MILANO (WSI) – Borsa Milano rimane in forte rialzo, anche se il rally si è fermato temporaneamente prima di ripartire. Dopo essere balzato anche di oltre il +4%, sulla scia dei poderosi acquisti dei titoli bancari, il listino Ftse MIB ha chiuso a +3,19% in area 17.041,82 punti. Il paniere principale italiano è tuttavia ancora in calo di una ventina di punti percentuali da inizio anno.
Lo Stoxx Europe 50, indice di riferimento dell’azionario europeo, ha registrato un balzo di quasi tre punti percentuali nella sessione odierna, rimbalzando dal minimo in due anni testato la scorsa settimana e riportando i due giorni migliori in più di quattro anni.
Le nuove promesse di Mario Draghi, secondo ci la Bce non esiterà a intervenire se ce ne fosse bisogno, non hanno entusiasmato più di tanto i mercati, che già salivano prima dell’audizione del governatore al Parlamento Ue. Hanno invece indebolito l’euro, che a fine giornata cede un punto percentuale nei confronti del dollaro.
Acquisti in generale sull’azionario globale. Gli investitori si chiedono se l’ondata massiccia di smobilizzi non sia stata per caso eccessiva, dopo perdite che, da inizio 2016, sono state superiori a $8.000 miliardi.
Detto questo, ritenere che i mercati abbiano toccato il fondo è prematuro, come dice Shane Oliver, responsabile della strategia di investimenti a Sidney, presso AMP Capital Investors:
“Con i timori sulla crescita globale che permangono, è ancora presto per dire che l’azionario ha toccato il fondo”. In ogni caso “l’azionario è tornato a versare in una condizione di ipervenduto”.
Rally anche in Asia, con l’indice MSCI Asia Pacific che ha segnato un balzo del +4,3%, in recupero dalla peggiore chiusura dal luglio del 2012. Boom per la Borsa di Tokyo, volata oltre +7% e nonostante i dati deludenti al Pil del Giappone e alla bilancia commerciale della Cina. Shanghai sotto pressione.
Sul versante macro, focus sulla pubblicazione del Pil del Giappone, che su base annua si è contratto nel quarto trimestre del 2015 dell’1,4%, alimentando nuove speculazioni su interventi della Bank of Japan, che potrebbe abbassare ulteriormente i tassi di interesse, che ha portato nell’ultimo meeting a un valore sotto lo zero. Si scommette, dopo gli ennesimi numeri negativi arrivati dal fronte macro della Cina, anche su nuove possibili misure da parte della People’s Bank of China.
Occhio all’ euro, che sul mercato dei cambi è sotto pressione dopo aver accelerato al ribasso con Draghi, bucando la soglia di $1,12. In rialzo il rapporto dollaro/yen, che supera JPY 114. Euro/yen piatto attorno a JPY 128. Euro/franco svizzero in crescita a CHF 1,1022.
Forti acquisti a febbraio sullo yuan, che ha guadagnato +1,3% dalla chiusura dello scorso 5 febbraio – prima che i mercati cinesi chiudessero in occasione dei festeggiamenti per il Capodanno Lunare – a 6,4939, dopo che il numero uno della Banca centrale cinese ha affermato che la bilancia dei pagamenti della Cina è buona e che i flussi di capitale in uscita sono normali.
Attenzione alla volatilità dello yen, che ha ridotto i suoi guadagni nei confronti del dollaro a +6,5% dall’inizio di febbraio. A sua volta il dollaro, misurato dalla performance del Bloomberg Dollar Spot Index, ha perso -0,9% quest’anno, scontando la minore probabilità di nuovi rialzi dei tassi, nel corso di quest’anno, da parte della Federal Reserve.
In Italia la scorsa settimana lo Spread tra Btp e Bund è salito fino a 160 punti basea fronte di tassi sui BTP a 10 anni che hanno superato l’1,70%. Si allenta la tensione e il differenziale, anche oggi in calo, torna a oscillare attorno a 130 punti base, con i tassi sui BTP all’1,58%.
Forti sell off sull’oro che, dopo essere balzato fino a $1.260 la scorsa settimana, cede oltre due punti percentuali e ora rischia anche la soglia a $1.200.
Focus sul mercato del petrolio, il contratto WTI rimbalza e si riavvicina a $30 al barile e il Brent anche vira in territorio positivo, oltre $33 al barile.
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