MILANO (WSI) – Con una scivolata sul finale, complice il peggioramento dell’andamento del petrolio sui mercati europei e americani, le Borse europee chiudono in ribasso senza portarsi però con sé anche Piazza Affari. In una seduta volatile che ha visto il listino Ftse MIB oscillare tra i ribassi e i rialzi, la Borsa italiana, che ha superato in giornata anche la soglia di 18.800, ha chiuso in progresso di quasi mezzo percentuale a quota 18.696,93. Milano è tra le piazze migliori d’Europa grazie agli acquisti dei titoli bancari, ora che il momento della fusione tra Banco Popolare e Bpm sembra avvicinarsi.
In generale, sull’azionario europeo, si scommette sulle operazioni di M&A, ovvero di fusioni e acquisizioni, che hanno sostenuto soprattutto il settore chimico. BASF e Bayer salgono sulla scia di indiscrezioni secondo cui il colosso Monsanto starebbe esplorando la possibilità di concludere accordi con le due aziende tedesche. Il paniere paneuropeo Eurostoxx 600 ha però perso lo 0,3%.
La volatilitĂ dei mercati energetici degli ultimi mesi ha compromesso il morale degli investitori di Borsa in tutto il mondo. Questo nonostante il rimbalzo intraday dei futures sul Brent sopra i 40 e anche 41 dollari al barile. I titoli del settore minerario e petrolifero hanno pagato dazio con Total e Glencore che sono piombate in rosso.
Secondo gli analisti, anche se l’azionario viene da cinque settimane positive di fila, i fondamentali di mercato rimangono deboli.
“Le dinamiche che hanno prevalso a inizio anno e che hanno portato debolezza, persistono. Le attività delle banche centrali aiutano la domanda di titoli azionari, ma quando si tratta di fondamentali e qualità degli utili societari, non si vedono grandi miglioramenti”, secondo quanto riferito all’emittente CNBC da Benjamin Gutteridge, head of fund research presso Brewin Dolphin.
L’indebolimento dell’euro beneficia i titoli delle società esportatrici, come quelli del settore auto, mentre a Piazza Affari si mette in evidenza il recupero delle banche. Recupero dei prezzi del petrolio, con il contratto WTI che supera nuovamente la soglia di $40 e il Brent sopra $41.
Inizialmente i ribassi del petrolio avevano messo sotto pressione l’azionario asiatico, a eccezione della Borsa di Shanghai, che ha chiuso con un rialzo superiore a +2%. Il Brent perde di nuovo quota $41, mentre il contratto WTI Crude oscilla sotto $39. Tuttavia, le perdite sono state smorzate dalla speranza che la Cina tagli di nuovo, a breve, i tassi di interesse, per fornire nuovi stimoli monetari alla sua economia.
A Piazza Affari hanno tenuto banco, la scorsa settimana, soprattutto i timori sul settore bancario, alimentati dalla lettera con cui la Bce ha chiesto espressamente a Banco Popolare e BPM, le popolari protagoniste di un piano di fusione, di soddisfare determinate condizioni, prima di dar vita alla terza banca del paese. Ma i titoli delle banche hanno registrato solidi rialzi oggi, in particolare le popolari. Nel fine settimana sono circolate nuove notizie, che riaccendono le speranze di una fusione tra le due banche.
Tra i titoli di altri settori, ben comprate anche le Telecom (+3% circa) premiate dai nuovi risvolti a livello di management. ENI debole, FCA invariata. Saipem maglia nera con un -3,4%.
Fari su Telecom italia, dopo la comferma delle imminenti dimissioni dell’AD Marco Patuano, che alimenta le scommesse su nuovi piani della francese Vivendi, primo azionista della compagnia telefonica italiana. Il titolo balza quasi +4%. Di Vivendi si parla anche in merito a un accordo con Mediaset. Ma sul titolo si smorza l’appeal speculativo. Mediaset è infatti in rosso.
Frances Cheung, responsabile della strategia dei tassi in Asia ex Giappone per Société Générale a Hong Kong ha invitato alla cautela, riferendosi almeno al trend dell’azionario asiatico, in particolare degli emergenti.
“Nonostante l’attuale rally degli asset rischiosi, siamo più inclini a essere ribassisti sui mercati emergenti, considerato l’indebolimento del trend sottostante”.
Sul valutario, euro in calo sotto la soglia di $1,13 che aveva superato la scorsa settimana, sulla scia dell’indebolimento del dollaro dovuto allo smorzarsi delle speculazioni su almeno tre/quattro rialzi dei tassi in Usa da parte della Federal Reserve. Dollaro/yen invariato, il rapporto di cambio viaggia sotto JPY 112. Lo yen sale anche nei confronti dell’euro, con il rapporto euro/yen sotto JPY 126.
Sul mercato dei titoli di stato, lo spread BTP-Bund viaggia attorno a 101-102 punti base, a fronte di tassi sui BTP decennali in calo sotto l’1,25%.
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