NEW YORK (WSI) – Ancora una volta è il calo del petrolio a mettere sotto pressione l’azionario Usa. Il nuovo ribasso dei prezzi della materia prima viene infatti accompagnato da una flessione dei principali indici della Borsa americana.
Mentre il greggio Wti scambia a New York sotto i 30 dollari al barile, il Dow Jones chiude con un calo del’1,79% a 16.154 punti, il Nasdaq perde il 2,24% a 4.517 punti mentre lo S&P 500 scivola dell’1,88% a 1.903 punti.
Il petrolio torna a perdere terreno e chiude in rosso per il secondo giorno di fila dopo che settimana scorsa era riuscito a invertire, seppur per poco, la lunga striscia di cattive performance. Al Nymex il contratto a marzo ha ceduto il 5,5%, a quota 29,88 dollari al barile. Quella di oggi e’ stata la seconda seduta in calo dopo quattro in rialzo.
Gli investitori sono sempre piu’ scettici visto che il tanto atteso taglio alla produzione quasi sicuramente non arrivera’ e soprattutto non ci sara’ alcun accordo in questa direzione tra i paesi membri dell’Opec e la Russia. Goldman Sachs infatti ha detto che e’ “molto improbabile” che l’Opec cooperera’ con Mosca. Le voci di una possibile decisione che portasse a una diminuzione dell’output aveva fatto risalire i contratti la settimana scorsa.
I fondamentali restano poi negativi: le scorte mondiali sono in accesso a fronte di una domanda che potrebbe peggiorare visto il rallentamento della Cina, la seconda economia al mondo.
Tra gli investitori si riaccende il timore di una frenata dell’economia globale, tanto piu’ che la Cina da’ segni di rallentamento (ieri il Pmi di gennaio si e’ contratto per il sesto mese di fila).
E’ il settore energetico a soffrire piu’ di tutti (-2,88%), colpa anche di trimestrali deludenti di gruppo come Exxon e BP: il colosso petrolifero americano (-2,77%) ha registrato utili trimestrali in calo del 58%; la rivale britannica BP e’ protagonista di un sell-off (-7,74% al Nyse): nel 2015 ha registrato la piu’ grande perdita annuale da oltre 20 anni. I conti delle due aziende arrivano dopo quelli di Chevron, che lunedi’ ha annunciato la prima perdita trimestrale dal 2002.
L’avversione al rischio alimenta la domanda di Treasury, con il rendimento del decennale sceso sui minimi dell’aprile 2015 all’1,874%. Per risollevare l’umore degli investitori non basta la corsa di Alphabet (+3,8%), che ha sorpassato Apple (-0,1,21%) diventando l’azienda con la maggiore capitalizzazione al mondo all’indomani di una trimestrale sopra le stime.
C’e’ nervosismo per Yahoo (-3,79%): stasera a mercati Usa chiusi pubblichera’ una trimestrale che potrebbe mostrare un Ebitda a 900 milioni di dollari nel 2015: sarebbe la prima volta in almeno gli ultimi sei anni in cui il dato e’ sceso sotto il miliardo di dollari. Sono attesi inoltre esuberi.