NEW YORK (WSI) – Chiusura contrastata per Wall Street. Nel finale, il Dow Jones sale dello 0,27% a 18.053 punti, consolidando quota 18 mila punti toccata ieri. Bene anche lo S&P 500 in aumento dello 0,31% a 2.100 punti. In calo il Nasdaq, che scende dello 0,40% a 4.940 punti, sotto il peso di Ibm e Netflix.
Sul fronte macro, il numero di nuovi cantieri aperti negli Stati Uniti e’ calato in marzo dell’8,8% alla quota destagionalizzata di 1,089 milioni di unita’ mentre il numero dei permessi edilizi e’ sceso del 7,7% a quota 1,086 milioni. I dati rilasciati dal dipartimento del Commercio sono nettamente peggiori delle attese degli analisti che si attendevano una performance invariata per quanto riguarda i cantieri e un aumento dell’1,7% per quanto riguarda i permessi edilizi.
I titoli del colosso dei chip IBM sono in calo dell’8,5% dopo la pubblicazione di conti deludenti. Da parte sua la banca d’affari americana Goldman Sachs ha riportato un utile trimestrale in calo a 1,14 miliardi dai 2,84 miliardi di un anno prima. I ricavi sono scesi a quota 6,34 miliardi dai 10,62 miliardi del primo trimestre 2015.
Il gruppo di servizi di video online Netflix cede oltre il 14% dopo che i conti del primo trimestre non hanno per niente convinto i mercati, preoccupati al contempo dalla concorrenza di Amazon nel settore dello streaming online. In calendario ci sono anche i bilanci del gruppo UnitedHealth, di Johnson & Johnson e di Harley Davidson.
A mercati chiusi sara’ la volta di Intel e Yahoo, che pare avere ricevuto offerte per i suoi core asset da YP Holdings (controllante di Yellow Pages), dal fondo di private equity Tpg e da Verizon.
Intanto, il presidente della Federal Reserve di Boston, Eric Rosengren, ha avvertito ieri sera: la banca centrale Usa potrebbe alzare i tassi piu’ velocemente di quanto atteso dagli investitori. Sale l’attesa per la riunione di giovedi’ della Banca centrale europea.
Il petrolio ha archiviato la seduta odierna su nuovi massimi del 2016. Il contratto a maggio al Nymex ha aggiunto il 3,1% a 42,47 dollari al barile. A sostenere i prezzi e’ stato uno sciopero in Kuwait, che gia’ domenica aveva piu’ che dimezzato la produzione nella nazione e che si stima tolga 2 milioni di barili al giorno dal mercato.
Nonostante il fallimento del summit di domenica scorsa a Doha (Qatar) tra i Paesi membri e non dell’Opec, incapaci di trovare un accordo sul congelamento della produzione, il mercato sembra concentrarsi su un riequilibrio della domanda e dell’offerta.