New York – Futures sui principali indici azionari Usa in calo (vedi valori a fondo pagina), con gli investitori che pesano tutta la negatività e l’incertezza in arrivo dall’Europa. Cresce il rischio che la crisi nel Vecchio continente si intensifichi, dunque portando a una ulteriore fase di debolezza per la ripresa economica globale.
Solo nel mese di maggio, a causa dei rischi legati alla crisi del debito europeo, l’indice Usa S&P500 ha perso -2,5%. Il blocco greco a seguito delle nuove elezioni a fatto ritornare nelle sale di Borsa parole che fino a poco tempo fa sembrano scomparse dal dizionario, quali default e uscita dall’euro.
A rischio infatti la capacità che la Grecia continui ad implementare le misure di austerità necessarie per ricevere nuovi aiuti e evitare l’insolvenza. In tandem, i futures Usa continuano ad indicare un’altra giornata nera per Wall Street, con il Dow che potrebbe chiudere in rosso per il sesto giorno.
Nonostante tutti i pericoli, la fiducia dei capi d’azienda Usa continua a crescere e ora si trova sui massimi da tre anni, secondo quanto mostra il Global Pulse Index of U.S. sentiment. Indice a 65,1, i massimi dal luglio 2009, rispetto a 62,2 nei tre mesi precedenti. Una lettura oltre i 50 indica che gli ottimisti superano i pessimisti.
Il focus è poi anche sulla decisione imminente sul rating di diverse banche che arriverà da Moody’s. A rischio il rating di più di 100 istituti, tra cui la francese BNP Paribas, la tedesca Deutsche Bank e l’americana Morgan Stanley.
Le conseguenze di eventuali downgrade potrebbero essere molto negative per l’economia america: le revisioni al ribasso si tradurrebbero infatti in un aumento dei costi di finanziamento degli istituti e potrebbe di conseguenza costringere gli istituti a ridurre i prestiti necessari per rivitalizzare l’economia.
Le autorità spagnole potrebbero richiedere alle proprie banche di mettere da parte freschi €35 miliardi, nel tentativo di ristabilire fiducia nel settore, che a causa delle recenti perdite ha riportato in primo piano la possibilità che il paese possa necessitare di aiuti internazionali.
In rialzo i titoli Disney, dopo che la società ha annunciato una crescita del reddito netto a $1,14 miliardi, o $0,63 per azione, nel secondo trimestre, oltre i $942 milioni o $0,49 per azione dello scorso anno.
Dal fronte economico degli Stati Uniti, attesi i dati dati sulle scorte di magazzino dei grossisti alle 16.00, mentre alle 16.30 scorte di petrolio greggio e inventari di prodotti petroliferi.
In ambito valutario, l’euro rimane sotto i riflettori, dopo che ieri ha sfondato l’importante soglia psicologica a quota $1,30; al momento, la moneta unica perde lo 0,42% contro il dollaro attestandosi a $1,2943, mentre sullo yen è in perdita dello 0,86% a JPY 102,94. Per il rapporto euro/dollaro, si tratta della peggiore serie negativa degli ultimi tre anni e mezzo contro il biglietto verde. Rapporto dollaro/yen -0,44% a JPY 79,54. L’apprezzamento dello yen conferma l’avversione al rischio da parte degli investitori e il loro obiettivo di rifugiarsi nella valuta rifugio per eccellenza.
Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio accelerano al ribasso a $95,60 al barile con -1,45%, mentre le quotazioni dell’oro scendono dell’1,21%, a $1.585,10 l’oncia. Le quotazioni del metallo prezioso arrivano così a sfondare l’importante soglia psicologica a quota $1.600 l’oncia e si attestano al minimo degli ultimi quattro mesi, precisamente dallo scorso 3 gennaio, risentendo dell’indebolimento dell’euro. Quanto ai Treasury, i rendimenti a 10 anni scambiano all’1,80%, in calo di 3,7 punti base.
Alle 15.05 ora italiana (le 9.05 di New York), i futures sull’indice S&P500 arretrano -1,02%, a 1.344,60 punti.
I futures sul Nasdaq giù -1,03%, a 2.595,75 punti.
I futures sul Dow Jones scendono -0,84%, a 12.759 punti.