NEW YORK (WSI) -Seduta all’insegna della cautela per Wall Street, che comunque archivia chiudere novembre in positivo. Ritornati da un lungo fine settimana festivo legato al Giorno del ringraziamento, gli investitori sembrano non volersi esporre troppo in una settimana che vedra’ da un lato la Banca centrale europea annunciare probabilmente nuovi stimoli e dall’altro il governatore della Federal Reserve, Janet Yellen, preparare ulteriormente il terreno per una stretta a dicembre.
Nel finale il Dow perde lo 0,44% a 17.720 punti, il Nasdaq lascia sul terreno lo 0,36% a 5.109 punti mentre lo S&P 500 perde lo 0,48% a 2.080 punti.
Il focus e’ sul settore retail nel giorno del Cyber Monday, la ricorrenza giunta al suo decimo anniversario creata dalle aziende Usa per spingere le vendite online. Secondo Adobe, lo shopping via web dovrebbe raggiungere nella giornata odierna i 3 miliardi di dollari, cosa che equivarrebbe a un incremento del 12% sul 2014.
Il mese di novembre e’ stato comunque archiviato col segno più’: S&P 500 +0,05%, il Nasdaq +1% mentre il DJ +0,3%.
Fari puntati anche sul settore dei consumi e in particolare sulle società di vendite al dettaglio dopo che con il Black Friday ha preso ufficialmente il via la stagione dello shopping prenatalizio. Gli indici di Wall Street vengono da una settimana poco mossa, che è stata abbreviata dalla chiusura delle contrattazioni giovedì in occasione del Giorno del Ringraziamento e dalla seduta monca di venerdì.
Si preannuncia una settimana ben più volatile, visti gli appuntamenti con la riunione della Bce – da cui si attende un nuovo round di misure espansive da parte di Mario Dragho – e il discorso che terrà la presidente della Federal Reserve Janet Yellen.
Si chiude con il botto venerdì, quando verrà pubblicato il rapporto occupazionale Usa che potrebbe cambiare la strategia della banca centrale in materia di tassi di interesse. Ormai il mercato dà per scontata una stretta monetaria, la prima dal 2006, a dicembre. Nella stessa giornata si terrà anche il meeting cruciale dell’Opec.
Sul valutario, l’euro scambia in ribasso dello 0,11% sul dollaro a $1,0581. Franco svizzero +0,05% sulla moneta unica a 0,9172 euro, invece sotto pressione sul biglietto verde. Cambio dollaro-yen +0,24% a 123,10. Euro-sterlina +0,02% a 0,7048.
Per quanto riguarda il petrolio, la seduta era partita con rialzi intorno superiori all’1% ma alla fine il petrolio ha chiuso la seduta odierna in leggero ribasso. Il contratto a gennaio ha perso lo 0,1%, 6 centesimi, a 41,65 dollari al barile. I trader hanno dovuto digerire il rapporto mensile sulla produzione americana, scesa soltanto lievemente a settembre dopo il picco pluridecennale visto ad aprile. Secondo Citigroup, il WTI l’anno prossimo varra’ in media 48 dollari al barile, tanto quanto il valore previsto per il 2015. La stima contrastata con quella di molti analisti secondo cui le quotazioni saliranno il prossimo anno. Citigroup si aspetta pero’ che entro l’ultimo trimestre del 2016 il petrolio Usa viaggi a 55 dollari al barile.
L’oro, che sta per archiviare uno dei mesi peggiori degli ultimi anni, segna un -0,04% in area 1.056,98 dollari l’oncia; argento +0,07% a quota $14,10.