Quando manca mezz’ora all’avvio delle contrattazioni a Wall Street, i derivati sui principali indici di borsa americani (vedi quotazioni a fondo pagina) viaggiano sopra i livelli di parita’, facendo pensare a un avvio di sedita positivo.
I rialzi sono aumentati dopo la pubblicazione dei primi dati macro di giornata, che hanno evidenziato un proseguimento della crescita di spese al consumo e redditi, anche se va detto che le prime continuano a salire piu’ dei secondi, evidenzianto una crescita peraltro superiore alle stime.
Sui mercati finanziari si profila comunque una giornata di alte temperature, con la tensione sugli sviluppi delle proteste in Egitto che tiene ancora tutti con il fiato sospeso. In particolare si prevede un rincaro delle quotazioni delle materie prime, oltre a sbalzi accentuati sul valutario. E se le rivolte in Tunisia e Egitto dovessero contagiassero altri paesi, sostengono gli osservatori del mercato delle commodity, il prezzo del petrolio potrebbe schizzare verso i 200 dollari al barile.
La borsa egiziana cede oggi circa 10 punti percentuali e ne ha gia’ bruciati 20 nelle ultime due settimane. Proteste di simile natura si sono verificate anche in Algeria, Marocco, Giordania e Yemen, oltre che in Albania. Non e’ dunque ormai tanto l’Egitto a preoccupare – anche se la situazione del presidente Honsi Mubarak e’ quanto mai critica dopo che le pressioni perche’ abbandoni il suo incarico hanno subito un’ulteriore escalation nel fine settimana – quanto piuttosto il possibile coinvolgimento dell’Arabia Saudita (dove qualche giorno fa ci sono state manifestazioni contro la poverta’ e il carovita) e alla Libia dove a Tripoli all’inizio di gennaio alcune migliaia di manifestanti, soprattutto giovani, hanno manifestato contro il costo alto della vita e per chiedere alloggi.
Normale che gli speculatori puntino sullo scatenarsi di altre cause che potrebbero frenare l’estrazione e il commercio del greggio, spingendo i prezzi alle stelle. La prima causa si chiama Suez, cioe’ il canale nel quale non possono transitare le superpetroliere, ma che ogni giorno vede il passaggio di 1,5 milioni di barili di greggio per la maggior parte estratto in paesi terzi rispetto all’Egitto.
Questo significa che se il canale fosse bloccato e se la produzione egiziana dovesse subire riduzioni, sul mercato internazionale verrebbero a mancare nell’immediato oltre 2 milioni di barili al giorno. Il trasporto del greggio potrebbe riprendere con le superpetroliere circunavigando l’Africa, ma questo chiaramente comporterebbe costi di trasporto molto piu’ alti. Di conseguenza il prezzo dell’oro – quello che nei mercati e’ stato il piu’ reattivo alle notizie che arrivavano dal Cairo – potrebbe schizzare al rialzo.
Alla borsa di Londra le quotazioni del Brent (il petrolio del Mare del Nord) sono immediatamente schizzate verso i $100 al barile, per poi ripiegare leggermente in area $97, mentre il contratto sul Wti statunitense (che da parecchi mesi viaggia su prezzi decisamente inferiori a quelli del Brent) si sta arrampicando in prossimita’ dell’area dei $90 al barile, con aumenti dell’ordine del 4%.
Nel frattempo gli investitori hanno ricevuto una serie di report trimestrali incoraggianti, tra cui quelli del gigante petrolifero Exxon Mobil (gli utili sono cresciuti del 53% mentre il fatturato e’ salito a quota $105 miliardi) e dell’editore Gannett. Sotto i riflettori finisce anche il colosso dell’alluminio Alcoa, che si e’ aggiudicata le attivita’ aerospaziali di TransDigm per $240 milioni. Sempre in ambito di notizie di M&A, Prologis e AMB Property hanno deciso di fondersi, con l’operazione che verra’ completata nel secondo trimestre di quest’anno. Sul fronte macro, alle 15,45 italiane verrano rese note le cifre sul Chicago PMI di gennaio.
Sugli altri mercati, i futures con scadenza marzo segnano un rialzo dello 0,59% a $89,87 il barile. I contratti con scadenza analoga dell’oro segnano -0,67% a $1.332,7 l’oncia. Sul fronte valutario l’euro cede lo 0,63% a $1,3696. Quanto ai Treasury, il rendimento sul decennale vale 3,35% in progresso di 2,6 punti base.
Alle 15:00 (le 9:00 ora di New York) il contratto future sull’indice S&P500 avanza di 5,7 punti (+0,45%) a quota 1.277,40.
Il contratto sull’indice Nasdaq 100 segna +7,5 punti (+0,33%) in area 2.275,5.
Il contratto sull’indice Dow Jones sale di 41 punti a quota 11.816 (+0,35%).