NEW YORK (WSI) – Chiusura in rialzo per la Borsa Usa che beneficia della corsa del petrolio, nonostante l’Arabia Saudita abbia smentito di avere proposto alla Russia – che diversamente da Riad non fa parte dell’Opec – di tagliare la produzione del 5%.
Il Dow Jones sale di 126 punti, lo 0,79%, a quota 16.070. L’S&P 500 aumenta di 10 punti, lo 0,53%, a quota 1.893. Il Nasdaq sale di 39 punti, l0 0,87%, a quota 4.507. Il petrolio a marzo ha segna un +2,84% a 33,22 dollari al barile ma nel durante aveva superato i 34 dollari.
Queste voci hanno fatto offuscato il nervosismo legato alla Federal Reserve, che ieri ha deciso di lasciare i tassi allo 0,25-0,50%. La mossa era attesa ma il mercato si aspettava un segnale piu’ esplicito sulla cautela che la banca centrale Usa intende avere sui tassi.
La dichiarazione di ieri del FOMC, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve, ha nuovamente posto l’attenzione sugli sviluppi economici e finanziari globali e il loro potenziale impatto sulle variabili interne degli Stati Uniti. La Fed, che non può rinnegare quanto fatto solo un mese fa quando ha previsto che ci saranno quattro strette monetarie nel 2016, ha detto che continuerà a monitorare quanto sta succedendo. I rialzi saranno, per usare le parole esatte della banca centrale americana, “graduali”.
Ora gli investitori temono che gli Usa, la prima economia al mondo, rallentino più del previsto dal momento che non è detto che la Fed agisca veramente. Secondo alcuni il rialzo del costo del denaro doveva venire molto prima. Intanto il dollaro forte crea imbarazzi nei mercati emergenti che sono fortemente indebitati in dollari e che esportano molto.
Fari sui titoli di Facebook (+14%) e Caterpillar dopo conti convincenti. Caterpillar ha battuto le attese in termini di utili netti nel quarto trimestre, ma ha riportato un fatturato un po’ debole (-23% anche a causa del calo dei prezzi delle materie prime). I titoli avanzano per il momento. Under Armour corre in Borsa dopo conti ritenuti positivi dal mercato. Anche Ford Motor, Amazon e Microsoft renderanno noti i bilanci trimestrali oggi.
Tornando alla politica monetaria, secondo Salman Ahmed, Global Strategist di Lombard Odier Investment Managers, le dichiarazioni emerse ieri dovrebbero invece rassicurare il mercato, dal momento che confermano come la Fed resti sensibile alle condizioni finanziarie globali, soprattutto alla luce del rallentamento della crescita statunitense alla fine dello scorso anno.
“Pensiamo che la dichiarazione confermi la grande cautela della banca centrale mentre cerca di guidare il giovane ciclo di rialzo dei tassi. In termini di implicazioni per il mercato, crediamo che gli investitori possano sentirsi rassicurati: la Fed non irrigidirà le condizioni di liquidità, a meno che non emergano prove più solide di stabilità economica e finanziaria”.
Sul fronte macro, le richieste iniziali di sussidio alla disoccupazione sono calate di 16mila unita’ portandosi a quota 278mila nella settimana terminata lo scorso 23 gennaio. Il dato ha battuto le attese degli analisti che avevano messo in conto almeno 280mila richieste. Il Dipartimento del Lavoro ha inoltre rivisto l dato relativo alla settimana terminata lo scorso 16 gennaio a 294mila da 293mila. La media a quattro settimane e’ diminuita di 2.250 unita’ a 283mila unita’.
Gli ordini di beni durevoli sono calati in dicembre del 5,1% rispetto al mese precedente. Il dato reso noto dal dipartimento del Commercio e’ nettamente peggiore delle attese degli analisti che si attendevano una flessione contenuta allo 0,6%. Al netto del settore trasporti, l’indice nel mese e’ sceso dell’1,2%. Il governo ha anche rivisto al ribasso il dato di novembre, da invariato a -0,5%.
Oro e argento sono in calo dello 0,6% e 0,4% rispettivamente.
Sul valutario l’indice del dollaro, che misura la prova del biglietto verde rispetto a una serie di valute rivali, cede lo 0,11%.