NEW YORK (WSI) – Chiusura negativa per la Borsa Usa che segue l’andamento negativo del petrolio. Nelle finale, il Dow perde 200 punti l’1,29% a 15.885 punti, lo S&P 500 lascia sul terreno l’1,59% a 1.877 punti mentre il Nasdaq cala dell’1,59% a 4.518 punti.
A riportare nervosismo tra gli investitori, nonostante le piazze asiatiche siano rimbalzate, sono le prese di beneficio che stanno colpendo il petrolio: la scorsa seduta era finita con un balzo del 9%. Il contratto a marzo ha lasciato sul terreno il 5,7%, 1,85 dollari, a 30,34 dollari al barile. D’altra parte i fondamentali restano preoccupanti. A dicembre la produzione in Iraq ha raggiunto livelli record alimentando i timori per scorte mondiali in eccesso a fronte di una domanda debole. Il fatto che la Cina – il secondo consumatore al mondo del petrolio – stia rallentando non aiuta.
Gli analisti di Standard Chartered si aspettano il permanere della volatilita’ per il resto del trimestre facendo notare che “l’umore negativo sottostante nel mercato non e’ cambiato”.Anche Goldman Sachs, tra le prime banche a sostenere che il barile scendera’ a 20 dollari al barile prima di riprendere quota, crede che il greggio non avra’ un chiaro trend rimanendo soggetto a “una forte volatilita’”.
Intanto Abdullah al-Badri, segretario dell’Opec, in un evento a Londra ha detto che i principali produttori di petrolio, inclusi quelli non membri del cartello, dovrebbero trovare una soluzione alle scorte alte. Va monitorata la riunione della Federal Reserve che iniziera’ domani e si concludera’ mercoledi’. A seconda dei toni che saranno usati nel comunicato, il dollaro agira’ di conseguenza. Il suo andamento avra’ un impatto sui prezzi dell’oro nero.
Dopo i toni “dovish” usati la settimana scorsa dalla Banca centrale europea, dalla Bank of England e dalla Bank of Japan, il focus si sposta sulla riunione della Federal Reserve che iniziera’ domani e si concludera’ mercoledi’. Non e’ prevista alcuna conferenza stampa del governatore Janet Yellen ne’ nuove stime economiche. Il comunicato che verra’ diffuso alle 20 italiane potrebbe pero’ essere usato dalla Fed per descrivere le recenti tensioni sui mercati globali, le aspettative sull’inflazione e l’approccio che intende usare in materia di tassi, che con ogni probabilita’ resteranno allo 0,25-0,50%. Il 28 e 29 gennaio sara’ poi la banca centrale giapponese a riunirsi.
Le notizie societarie di M&A (fusioni e acquisizioni) non mancano ma non sono sufficienti ad alimentare gli acquisti a Wall Street, dove i volumi potrebbero essere ridotti per via della tempesta di neve che si è abbattuta sulla costa Est.
L’irlandese Tyco International e l’americana Johnson Controls hanno confermato la fusione, che darà vita a un colosso industriale da 36 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato. I titoli dei due gruppi manifatturieri di riscaldamento, batterie e altri prodotti elettronici balzano dell’8,5% e 1,7% rispettivamente. A livello settoriale, come in Europa, sono bancari e petroliferi i più penalizzati.
Sui mercati valutari, l’euro sta cercando di mettersi alle spalle la delusione per l’indice Ifo sulle aspettative delle imprese tedesche e ora guadagna terreno sul dollaro.
L’oro è tornato a scambiare sopra i 1100 dollari al barile, mentre il rame estende i rialzi portandosi sopra i massimi delle ultime due settimane.