NEW YORK (WSI) – L’Argentina cerchera’ di convincere una corte di appello americano di ritirare una sentenza che aveva imposto a Buenos Aires il versamento di 1,3 miliardi di dollari a un gruppo di obbligazionisti dissidenti che avevano subito ingenti perdite a causa del default del debito argentino nel 2001.
La sentenza di oggi avra’ un impatto enorme anche sui mercati del debito mondiali. La spiegazione della corte del Tribunale d’Appello di New York verra’ analizzata nei suoi minimi dettagli.
Se l’Argentina dovra’ ripagare gli investitori dissidenti, il timore e’ che a poco piu’ di dieci anni di distanza dal crack dei tango bond, nel paese sudamericano possa esplodere una nuova crisi del debito.
Per anni i creditori hanno preteso il pagamento completo dei bond che possedevano. A guidare il gruppo ci sono le affiliate di Elliott Management, NML Capital Ltd e Aurelius Capital Management, le quali ritengono di voler semplicemente che l’Argentina mantenga gli impegni presi e li paghi in tempo.
Buenos Aires, da parte sua, li definisce avvoltoi e ha piu’ di una riserva per effettuare il pagamento e rispettare i suoi obblighi.
Una loro vittoria, sostiene l’Argentina, danneggerebbe gli investitori che hanno accettato le ristrutturazioni del debito e le banche che gestiscono i pagamenti. Il paese dice anche che una eventuale sentenza favorevole ai dissidenti potrebbe rendere future crisi del debito “irrisolvibili” e stimolare ulteriori controversie legali infinite.
Una eventuale sentenza negativa per Buenos Aires infliggerebbe un colpo fatale alla presidenta Cristina Fernandez de Kirchner. A dimostrazione delle preoccupazioni del governo e della delicatezza del processo, il ministro dell’Economia Hernan Lorenzino ha intenzione di partecipare all’udienza.
Il rischio e’ che la sentenza crei un precedente e che l’Argentina possa dunque fare ancora default sui $24 miliardi di debito che sono gia’ stati ristrutturati.
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