NEW YORK (WSI) – Il G20 non ostacolerà la Federal Reserve, che sarà lasciata libera di alzare il costo del denaro: sarebbe la prima volta dal 2006.
I paesi emergenti hanno espresso timori sulla possibilità e sulle tempistiche di un rialzo dei tassi in Usa, ma i leader che saranno riuniti in Turchia non solleciteranno la banca centrale americana ad astenersi da tale manovra.
Lo ha comunicato a Reuters un delegato. “Non ci saranno riferimenti al fatto che la Fed non dovrebbe agire”.
L’imminente stretta monetaria della banca centrale americana è solo una delle quattro grandi sfide che il mondo finanziario deve affrontare. Sono i temi che verranno discussi al tavolo del prossimo G20 e ne ha parlato il ministro delle Finanze del Lussemburgo venerdì.
In un intervento ai microfoni di Bloomberg Pierre Gramegna dice di sperare che le discussioni siano “aperte e franche” su questi quattro punti: l’incremento dei tassi di interesse (“non è un segreto che si materializzerà”), sul programma di quantitative easing della Bce, sulle turbolenze finanziarie in Cina e sulla debolezza dei prezzi delle materie prime, in particolare del petrolio.
Sul tema Cina, il più caldo di tutti probabilmente, Gramegna ha detto che la speranza è che l’economia crescerà del 7% quest’anno. Ma il rallentamento del settore manifatturiero e il calo di fiducia potrebbero compromettere i dati sul Pil. Un +7% sarebbe un ‘risultato incredibile’ se confrontato con i timiti segni più europei.
Sul fronte finanziario le preoccupazioni sono maggiori. Gramegna avverte delle difficoltà enormi di andare contro i mercati. La paura è che alla riapertura dei mercati lunedì, una nuova crisi finanziaria si palesi davanti agli occhi degli operatori di Borsa.
(DaC)