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G20 ostacolerà calo yen? Improbabile. Peggio per l’Europa

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LEGNANO (WSI) – In questa settimana caratterizzata poco dagli spunti tecnici e tantissimo da dichiarazioni e statement vari arrivati da più parti, ci apprestiamo da oggi a seguire con grande attenzione il G-20 di Mosca che vedrà, anche se non ufficialmente, al centro della sua agenda l’ineludibile tema della cosiddetta “Guerra Valutaria” (anche se a loro non piace questa espressione).

Sotto i riflettori ci sarà soprattutto il grande protagonista di questa battaglia che è lo yen giapponese, e la politica monetaria del Giappone volta al raggiungimento di un target di inflazione del 2% nel più breve tempo possibile. Non più tardi di ieri infatti, la Bank of Japan, ha ribadito con forza questo obiettivo mostrandosi del tutto propensa a nuove e massicce iniezioni di liquidità, in un contesto nel quale il dollaro americano è già fortemente deprezzato, lo yuan è artificialmente manipolato mentre l’euro rimane in una forza relativa considerevole con importanti ripercussioni sull’export e sulle prospettive di ripresa della crescita del Vecchio Continente.

Il G7 dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali qualche giorno fa si è già pronunciato circa tassi di cambio determinati dal mercato, asserendo che la volatilità eccessiva e movimenti confusi dei rapporti valutari possono avere implicazioni sfavorevoli per la stabilità economica e finanziaria. Ma questa non è una novità.

Potremmo ancora citare il Fondo Monetario Internazionale e il Presidente Draghi, entrambi concordi nel ritenere la “Guerra Valutaria” un’immagine troppo forte e inverosimile, il Premier Britannico Cameron che ha ammonito severamente sulle pratiche di svalutazione (la Bank of England ha però anch’essa posto in essere misure di allentamento monetario) e il Ministro delle Finanze Tedesche Schauble che si è mostrato scettico sulle iniezioni di liquidità per fini di svalutazione; al di là però della cronaca, è sicuramente più interessante cercare di interpretare cosa potrà avvenire prima e durante questo summit al quale il mondo guarda con grande attenzione.

IL G20 potrà isolare il Giappone? No, perché gli Stati Uniti sarebbero in grande conflitto di interesse al di là del fatto che non hanno celato il loro supporto agli sforzi anti-deflattivi del Paese asiatico; l’Europa, dal suo canto, in maniera incomprensibile ritiene il “supereuro” un fattore positivo e che riporta credibilità e rinnovata fiducia nei confronti dell’Eurozona.

Crediamo perciò che le carte in tavola non verranno stravolte, anche se il mercato, come ha già fatto, potrà innescare movimenti contrari dettati dal grande nervosismo in grado di generare forte erraticità nelle dinamiche dei prezzi, come dimostrano gli acquisti di yen a cui stiamo assistendo negli ultimi giorni.

L’euro pur in calo, non è stato in grado di testare i supporti importanti di medio periodo necessari per la partenza di flussi di liquidità in vendita di matrice strutturale mentre mostrano invece una buona tonicità le commodities currencies, con particolare focus sul dollaro neozelandese che ha rotto i massimi e si è riportato su livelli che non si apprezzavano da quasi due anni.

Da un punto di vista operativo, per la giornata di oggi vale la pena di muoversi con grande attenzione viste le fiammate di volatilità che potrebbero essere accese da rumours e news provenienti dalla Russia, privilegiando l’utilizzo di leve adeguate al proprio saldo, un Money Management accorto e prudente, e il maggior controllo possibile delle emozioni al fine di evitare l’overtrading causato da possibili veloci cambi repentini del mercato ai quali si presuma di poter star dietro.

EurUsd

Fase di grossa interdizione quella della moneta unica, in grado ieri di violare al ribasso la trendline rialzista in atto dall’1,2650 di metà novembre. Gli attuali livelli infatti, da un lato mettono in discussione il percorso rialzista tecnicamente giustificato nel medio periodo, e dall’altro non sono sufficienti a pensare a inversioni strategiche.

Ottima si è comunque rivelata la tenuta dell’area di supporto di 1,33 dal quale potrebbe sorgere una divergenza rialzista regolare visibile sul grafico a 4 ore che ha come ostacolo il livello statico di resistenza e soglia psicologica di 1,34, coincidente con il transito della media mobile esponenziale a 21 periodi sul medesimo timeframe e l’ancora attuale passaggio della trendline ascesista ieri violata. Se il livello dovesse tenere si potrebbe ritornare all’1,33, previo superamento dell’1,3350, mentre un suo superamento farebbe manifestare il pattern per obiettivi verso 1,3460, e 1,35 in estensione.

UsdJpy

Il nervosismo dei venditori di yen si sta palesando in seguito a quanto proviene dal fronte politico e continuano i ribassi del cambio che giunge molto vicino ad un importante area di supporto compresa tra 92,30 e 92. Questi, senza alcun dubbio, sono i livelli a cui guardare per ulteriori approfondimenti ribassisti, mentre la divergenza oraria con l’oscillatore stocastico potrebbe riportare il cambio, previo fallimento del pullback sulla media a 21 periodi, verso 93 (pivot point) e 93,80.

EurJpy

Il già citato nervosismo dei venditori di yen insieme al sentiment di breve ribassista sull’euro hanno fatto sì che il cross si portasse su un fondamentale livello di supporto a 123, coincidente con il passaggio della media mobile a 21 periodi sul grafico giornaliero, e che lo stocastico sul grafico daily andasse per la prima volta dall’inizio di questo potentissimo trend al rialzo fuori dalla zona di ipercomprato. Ottimo comunque il test del livello sopracitato per ritorni sulle prime resistenze a 124, che sullo sviluppo della divergenza oraria (ad ora osteggiata dalla sempre ottima media a 21 periodi) potrebbero mostrarci allunghi fino a 124,80 e 125,50. Sotto 123 potrebbero innescarsi importanti vendite per veloci approdi a 121,60.

GbpUsd

Non di facile gestione (come al solito) il cable che perdura nella sua debolezza strutturale, mostrando ottime opportunitò di vendita sui puntuali ritracciamenti rialzisti. 1,5475 è un livello di supporto che, se oltrepassato, potrebbe far partire nuove vendite di sterline proprio verso 1,54. Anche in questo caso, come tipicamente accade dopo forti trend discesisti, si può sviluppare una divergenza rialzista sul grafico a 4 ore per target a 1,5580, con buona pace anche sul time frame orario che non presenta controindicazioni.

AudUsd

Continua la ripresa del dollaro australiano, anche se il quadro tecnico generale non risulta essere particolarmente limpido. Buone le prese di profitto dei discesisti nei giorni scorsi che hanno liquidato le posizioni e permesso al cambio di salire fino ai primi livelli in area 1,0375, parte alta della congestione che racchiude il cambio con 1,0330 a supporto. Si può lavorare bene proprio con posizionamenti in OCO al di fuori di questo rettangolo con possibili approdi di breve a 1,0405 al rialzo – con possibilità di allungo a 1,0450 – e 1,0290 al ribasso – ed estensioni a 1,0240 (che suffragherebbe Edwards della RBA che ritiene il dollaro australiano incredibilmente alto).

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