Un G7 straordinario in videoconferenza si terrà domani, martedì 24 agosto, sotto l’impulso del Regno Unito e con l’obiettivo di convincere gli Stati Uniti a mantenere una presenza di truppe a presidio dell’aeroporto di Kabul in Afghanistan, anche dopo la scadenza designata del 31 agosto.
Afghanistan, martedì il G7 organizzato da Boris Johnson
L’organizzazione di un G7 straordinario per discutere di Afghanistan, annunciata domenica dal premier britannico Boris Johnson, servirebbe a garantire un’evacuazione più ordinata e sicura dalla capitale del Paese nuovamente controllato dai talebani al termine di un’occupazione militare occidentale durata un ventennio.
Al vertice telematico parteciperà anche l’Italia, con il suo presidente del Consiglio, Mario Draghi.
Le probabilità che l’estensione della presenza americana si protragga oltre agosto sembrano farsi più fioche, tuttavia, dal momento che i talebani controllano l’accesso all’aeroporto e hanno già indicato che pretenderanno il rispetto della scadenza fissata al 31 agosto. Downing Street ha fatto sapere di “avere voce in capitolo sul tema” e che i colloqui con i talebani sarebbero in corso.
“E’ vitale che la comunità internazionale lavori insieme per assicurare evacuazioni sicure, prevenire una crisi umanitaria e sostenere il popolo afghano per mantenere le conquiste degli ultimi 20 anni”, aveva twittato domenica il primo ministro britannico Johnson.
“La prosecuzione del nostro coordinamento sulla politica in Afghanistan e l’evacuazione dei nostri cittadini, dei coraggiosi afghani che sono stati con noi negli ultimi due decenni e degli altri afgani vulnerabili”, saranno l’oggetto della riunione prevista per martedì, ha fatto sapere la Casa Bianca nella sua nota ufficiale firmata dalla portavoce Jen Psaki, “i leader discuteranno i piani per fornire assistenza umanitaria e sostegno ai rifugiati afgani”.
Nel frattempo indiscrezioni pubblicate dal New York Times sembrano mostrare una certa apertura da parte di Joe Biden all’idea di una prolungamento della permanenza americana nel Paese.
Draghi e l’auspicio di una discussione allargata al G20
Nel frattempo il premier Draghi è al lavoro per organizzare nella prima metà di settembre un vertice dei paesi del G20 nel quale affrontare la questione afghana. Una coalizione più ampia rispetto a quella del solo G7 dovrebbe consentire di cogliere un consenso più ampio per raggiungere una soluzione ad un problema che riporta gli equilibri geopolitici al centro della discussione politica.
“La difesa dei diritti fondamentali”, che è uno dei temi cruciali che riguarderanno il popolo afgano una volta consacrato il cambio di regime, non potrà essere perseguito efficacemente dal format del G7, ha fatto capire il premier Draghi in un’intervista rilasciata il 17 agosto al Tg1. Questo obiettivo, ha dichiarato il presidente del Consiglio, “deve essere perseguito in tutti contesti possibili a livello mondiale e il G20, con Cina, Russia, Turchia e Arabia Saudita, è la sede naturale per avviare la collaborazione”.
Proprio con la Russia il premier ha intavolato un confronto nei giorni scorsi, discutendo “gli indirizzi per ricostruire la stabilità dell’Afghanistan” e su come “ contrastare il terrorismo e traffici illeciti, a difendere i diritti delle donne”, aveva riassunto una nota di Palazzo Chigi.
Afghanistan, i contraccolpi sul consenso di Biden
Nel frattempo, il gradimento politico di Joe Biden è sceso in patria in seguito al repentino crollo dell’Afghanistan seguito al ritiro militare americano. Per la prima volta dall’inizio del suo mandato il consenso attorno al presidente è sceso sotto il 50%: secondo le rilevazioni dell’emittente NBC la condotta di Biden è approvata dal 49% degli intervistati, in calo di 4 punti rispetto ad aprile. Secondo un altro sondaggio pubblicato da CBS, secondo il quale l’approvazione del presidente sarebbe ora al 50%, il calo rispetto alla rilevazione di luglio è di ben 8 punti percentuali.