Il leader del partito socialista tedesco e vice-cancelliere, Sigmar Gabriel, si è fatto da parte per la corsa in vista delle prossime elezioni federali in Germania. Da compagno di governo di Angela Merkel, arriva anche un affondo piuttosto pesante sulla politica delle porte aperte che ha contraddistinto la seconda metà del 2015. “Non sono mai stato d’accordo con l’ingenuità o forse anche con la baldanza con la quale è stata gestita” la crisi dei migranti, spiega Gabriel in un’intervista rilasciata al settimanale ‘Stern‘, “con questa vicenda Angela Merkel ha portato la Germania e persino l’Europa in un vicolo cieco”.
Pur lodando l’importanza di accogliere i migranti in fuga, insomma, Gabriel ha criticato fortemente le modalità con la quale è stata gestita l’accoglienza. Dal suo punto di vista, gareggiare contro Merkel da uomo di governo non sarebbe stato agevole, complici anche le difficoltà degli ultimi mesi in termini di popolarità. Sarà, infatti, Martin Schultz, presidente del Parlamento europeo sino a metà gennaio, l’uomo che guiderà la campagna elettorale dell’Spd. Gabriel lo ammette: “ha più chance” di vincere anche se quella di farsi da parte è stata “una decisione difficile. La verità è che io non ho sempre reso le cose semplici, per il mio partito, ma viceversa è accaduto lo stesso”. Schultz, inoltre, gli “sfilerà” anche la leadership del partito.
La popolarità dell’ex presidente dell’Europarlamento è elevata in Germania: a gennaio i sondaggi la attestavano al 57% non molto al di sotto di quella di Merkel. Allo stesso tempo la partita per i socialisti è dura, con un consenso ai minimi storici, attorno al 20% , con 15 punti di distacco dalla Cdu. Schultz ha già annunciato quale sarà il cavallo di battaglia della campagna elettorale dell’Spd: la “giustizia sociale”. Sarà da vedere se un profilo europeista come il suo potrà favorire o meno l’ascesa degli euroscettici di Alternativa per la Germania (Afd).