Il gas naturale é una risorsa essenziale per lo svolgimento della nostra vita quotidiana: si utilizza comunemente nelle nostre case per cucinare, per riscaldare o climatizzare gli ambienti interni. Inoltre, è impiegato nelle attività commerciali e nei siti produttivi e industriali. Dall’inizio dell’invasione russa all’Ucraina, la crisi energetica in Europa é peggiorata notevolmente, con il gas naturale, uno dei combustibili fossili più importante per la produzione di energia in Italia e non solo, che ha subito un rialzo del prezzo del 50%, e che attualmente viaggia attorno ai 147 euro MWh (prendendo in considerazione il benchmark europeo, TTF). Ricordiamo sempre però che i prezzi d’acquisto di gas fisico non coincidono con i prezzi del mercato dei futures. Entriamo nel dettaglio per capire a cosa serve il gas naturale.
A cosa serve il gas?
Il gas naturale è impiegato principalmente in qualità di combustibile per il riscaldamento, la preparazione del cibo oppure per produrre l’energia elettrica. Ancora oggi esistono numerose centrali elettriche che funzionano unicamente se fornite con del gas di qualità. Nelle centrali elettriche a gas questo combustibile è consumato direttamente nelle turbine a combustione interna. Spesso il calore utilizzato per la produzione di energia elettrica è impiegato anche per il riscaldamento della centrale elettrica o degli edifici vicini. Il gas naturale viene usato anche come un combustibile per i bisogni dell’autotrazione. Per l’autotrazione il gas naturale può anche essere lavorato fino all’ottenimento del cosiddetto Gpl (Gas di petrolio liquefatto), un carburante adatto alle macchine specifiche, che costa molto meno della benzina. In gran misura il gas naturale è fornito anche ai vari impianti industriali, dove viene utilizzato per raggiungere delle alte temperature, che si aggirano sulla soglia degli 800-900 gradi.
Il ruolo del gas nella produzione di energia elettrica
Nel 2021 i consumi di energia elettrica in Italia sono tornati sostanzialmente ai valori pre-pandemia, recuperando il forte calo fatto registrare nel 2020. Secondo i dati di Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, il fabbisogno è stato pari a 318,1 miliardi di kWh, un valore in aumento del 5,6% rispetto al 2020.
Tra tutti i paesi Ue, l’Italia è il paese che più fa ricorso al gas naturale per la produzione di energia elettrica, per oltre il 40%. Ciò accade per diverse ragioni. L’Italia non produce elettricità da energia nucleare: ciò la rende diversa dagli altri paesi europei come Francia, Germania e Spagna. La Francia, per esempio, riesce a produrre quasi i due terzi del suo fabbisogno elettrico sfruttando l’energia nucleare.
Sulle energie rinnovabili, l’Italia è più avanti rispetto alla Francia, ma più indietro rispetto a Germania e Spagna. Le alternative che restano sono dunque tutte fonti fossili. In questo ambito l’Italia usa soprattutto il metano (il gas metano é adatto per un uso motoristico), la fonte fossile che produce minori emissioni di anidride carbonica per quantità di energia prodotta. La Spagna, per esempio, ricorre maggiormente al petrolio, decisamente più inquinante.
Il mix energetico dell’Italia alla luce della crisi
Alla luce della recente crisi energetica legata all’aumento del prezzo luce e gas, dovuta parzialmente alla crisi ucraina, il governo Draghi sta rivedendo le fonti di produzione di energia elettrica. Alcuni provvedimenti prevedono: l’aumento della produzione nazionale di gas, attualmente ferma a 3,2 miliardi di metri cubi all’anno; l’incremento della produzione di energie rinnovabili, soprattutto aumentando l’installazione di impianti fotovoltaici, maggiori rigassificatori, l’innalzamento della portata di alcuni gasdotti come il TAP.
Secondo le stime di Nomisma Energia, sono previsti nuovi aumenti delle bollette di luce e gas dal primo luglio del 17% e le seconde di ben il 27%. Come spiega il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli:
“I prezzi di gas ed elettricità sui mercati internazionali sono esplosi dopo la decisione della Russia del 16 giugno scorso di tagliare le forniture alla Germania e all’Italia. Inevitabilmente, ci si attende un forte rialzo sulle bollette, diversamente da quanto accaduto ad aprile quando avevano segnato un -10%. Ora si torna sul trend di crescita. Bisogna puntare sulle scorte, anche turandosi il naso e potenziando la produzione delle cinque centrali a carbone funzionanti, riaprendo all’occorrenza perfino quelle dismesse di Spezia e Monfalcone, per poter accantonare fino all’ultimo metro cubo di gas”.
Approfondiremo la situazione dell’energia elettrica in Italia in un prossimo articolo sul tema. Continuate a leggerci!