Dopo quasi cinque mesi dall’invasione russa dell’Ucraina, l’Italia prosegue dritta nel piano di riduzione di dipendenza energetica da Mosca. Un piano, che ha portato ad una flessione delle importazioni di gas russe al 25%, dal 40% circa di inizio anno, e che vede l’Algeria, ora il principale fornitore di gas italiano, al centro del nuovo puzzle. È messa peggio la Germania, la più grande economia europea che, dalla Russia, importa ancora circa il 35% del proprio fabbisogno di gas. “L’Italia può sopravvivere meglio della Germania, che fa affidamento solo sulle importazioni russe”, ha spiegato in un’intervista a Bloomberg Annalisa Perteghella, consulente politico senior per l’energia e il clima presso il think tank Ecco, aggiungendo che “probabilmente la Russia continuerà con una strategia ‘stop and go’ per aumentare i prezzi del gas“.
Crisi energetica, cosa succede in Europa
L’attuale crisi energetica in cui versa l’Europa è la peggiore da decenni. Il Vecchio Continente era già alle prese con scorte di gas scarse prima della guerra in Ucraina. A complicare la situazione, l’ondata di caldo anomalo dell’ultimo mese, che sta mettendo a dura prova le reti elettriche e i piani di sicurezza energetica.
In una situazione del genere, l’Ue è al lavoro per tentare di avere i siti di stoccaggio del gas pieni almeno all’80% entro l’inizio di novembre. Ma prime indicazioni arrivate dal piano su cui sta lavorando la Commissione Ue lasciano intendere come tale target sia difficilmente raggiungibile.
Da qui l’esortazione rivolta ai cittadini di risparmiare energia ora per evitare che l’industria debba ridurre il consumo di energia durante l’inverno. Alcuni paesi, tra cui Germania e Italia, stanno anche valutando la possibilità di riportare in funzione le centrali a carbone per aiutare a mitigare la crisi dell’offerta, nonostante gli obiettivi climatici a lungo termine.
Stock di gas al 60% in Italia
In Italia, intanto, gli stock di gas sarebbero attualmente pieni per circa il 60%.
“L’Italia è ben posizionata grazie alla sua diversificazione delle forniture”, ha affermato Perteghella. “Ma se i depositi non saranno riempiti in tempo, sarà necessario pensare ad un razionamento, mentre o cambiamenti nelle abitudini dovrebbero iniziare il prima possibile”.
Le forniture di gas di Gazprom in Italia sono state frenate da metà giugno. E, secondo quanto riferito da Eni all’inizio di questa settimana, la società russa prevede di ridurre ulteriormente le forniture di circa un terzo. Per tentare di arginare gli effetti del caro bolletta su famiglie e imprese, il governo Draghi ha già stanziato circa 33 miliardi di euro, a cui andrebbero ad aggiungersene altri 8,5 circa miliardi del decreto aiuti.