Ieri la Russia ha tagliato per la seconda volta le forniture di gas all’Italia, dopo averle ridotte del 15% il 15 giugno scorso. Allo stesso tempo, Eni ha chiesto a Gazprom il rispetto del contratto e ha ottenuto un aumento dei flussi in modo che la disponibilità di gas rimanga la stessa del giorno precedente. Sul tema il presidente del Consiglio Mario Draghi , parlando ieri con la stampa italiana a Kiev, ha dichiarato: “I motivi per i tagli di forniture di gas che colpiscono quasi tutta l’Europa ci viene detto che sono tecnici. Una delle motivazioni è che la manutenzione richiede pezzi di ricambio che per le sanzioni non arrivano. La Germania, noi e altri ritengono siano bugie, che ci sia un uso politico del gas come del grano“. Le importazioni di gas dalla Russia sono scese del 48% fra aprile 2022 e aprile 2021. Parallelamente, sia su base quadrimestrale, sia su base mensile l’Italia ha aumentato le importazioni: del 7,3% se si fa riferimento ai primi 4 mesi e del 4,6% relativamente al solo mese di aprile. Ma i consumi interni di gas sono aumentati del 23%. Vedere per credere la tabella sotto, di fonte Ministero della Transizione Ecologica (Mite).
Abbiamo parlato di dipendenza energetica e prospettive per il gas italiano con Davide Tabarelli, fondatore e presidente di Nomisma Energia.
Stiamo andando incontro a una stretta sul gas per quest’estate?
Si, anche se i dati mensili del consumo di aprile sono legati alle temperature più rigide di quest’anno e al fatto che si sta usando molto gas per fare elettricità. La stretta sul gas è ormai più di un’ipotesi, viste le decisioni della Russia di tagliare le forniture alla Germania e all’Italia.
Quanto è probabile una stretta sul gas il prossimo autunno/inverno?
Il rischio è molto alto, perché le scorte sono ancora troppo basse e la Russia inevitabilmente sta cercando di tagliare le forniture di gas.
Come valuta le mosse del governo di ricerca di nuovi partner per la fornitura di gas in paesi africani, che però stanno approfondendo i loro rapporti con la Russia?
Vanno nella giusta direzione, ma non risolvono l’emergenza per il prossimo inverno, o, meglio, la risolvono solo in parte. Se mancherà il gas russo, un po’ di razionamento occorre farlo.
Cosa ne pensa della ricerca di partnership con il gas con Israele, anch’esso politicamente instabile?
Tutti i fornitori di gas del mondo, almeno quelli al di fuori dell’Europa, sono un po’ instabili. Israele, nel Medio Oriente, è uno dei più stabili.
Quanto possiamo contare sull’effetto sostituzione delle rinnovabili verso il gas russo?
Per il prossimo inverno se faranno l’equivalente di un miliardo di metri cubi in più sarà un miracolo. Attualmente vento e sole producono 8 miliardi di metri cubi equivalenti, dopo 40 anni di incentivi. Nel lungo termine potremmo anche triplicarli, ma sarà molto difficile raggiungere riuscirci prima del 2040.