Al vertice della Comunità politica europea – un format da 44 Paesi in chiave anti-Mosca – di Praga, la crisi energetica, e in particolare il prezzo del gas, resta al centro delle discussioni. La parola chiave non è più tetto, ma corridoio, inteso come forchetta di prezzi frutto del confronto tra diversi indici di riferimento che servirà per i negoziati tra la Ue e i fornitori di gas, per determinare il prezzo del gas, se questo serve a generare elettricità.
E’ questo uno dei punti chiavi del ‘non paper’ – ossia del documento non ufficiale – firmato da Italia, Polonia, Grecia e Belgio, del quale l’Ansa ha preso visione. Tale sistema verrebbe applicato all’ingrosso e non per la dimensione “retail” e si applicherebbe a tutte le transazioni non limitatamente alla Russia e non limitatamente “allo specifico uso del gas naturale”.
Tetto al prezzo del gas dinamico: come funziona
Con il corridoio dinamico sarebbe stabilito un valore centrale basato su ‘benchmark’ esterni come prezzi di greggio, carbone e/o gas in Nord America e Asia con una banda di oscillazione (viene indicato come esempio il 5%). Tale valore sarebbe rivisto regolarmente, e rappresenterebbe un limite da usare rispetto al benchmark TTF o a diversi hub o può coprire tutte le transazioni.
Tutti ciò consentirebbe di porre un limite ai rialzi, ma anche di evitare costrizioni eccessive del mercato europeo, che potrebbero far fuggire la materia prima verso mercati che offrono prezzi migliori. Stabilito il principio, resta da decidere come fissare questo valore dinamico e a quale indice applicarlo.
Per quanto riguarda la fissazione della quotazione, la proposta dell’Italia e degli altri tre paesi fa alcune ipotesi, tutte riferite a mercati più grandi, liquidi e stabili del TTF europeo: si potrebbe prendere come riferimento l’indice del greggio, oppure una media ponderata fra i due principali indici del gas naturale liquefatto, il Jkm dell’Estremo Oriente e l’Henry Hub statunitense, e la borsa di Londra del petrolio del Mare del Nord, il Brent.
Quanto al mercato a cui applicare questo tetto al prezzo dinamico, la proposta ipotizza il TTF di Amsterdam (attuale punto di riferimento del prezzo del gas nella Ue), oppure più mercati (il francese Peg, l’italiano Psv, il berga Zee) oppure tutte le transazioni europee (sia quelle nelle borse che quelle Otc, ossia non regolamentate).
L’Europa resta divisa sul gas
La partita sul tetto al prezzo del gas resta dunque aperta e in salita. Mentre lo scudo europeo annunciato dal governo tedesco continua ad essere visto con preoccupazione dai partner Ue. Oggi i 27, nel vertice informale sotto la presidenza ceca, usciranno allo scoperto. La base della trattativa è la lettera scritta dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Una lettera che fornisce diverse soluzioni che l’Unione potrebbe prendere. Una di queste è il tetto massimo al prezzo del gas utilizzato per la produzione di energia elettrica. “Dobbiamo lavorare insieme per affrontare la crisi energetica. Possiamo anche farlo in ordine sparso, ma perderemmo l’unità europea” ha detto il premier Mario Draghi alla tavola rotonda dedicata al tema “Energia, Clima Economia”, organizzata nell’ambito della Comunità politica europea.