LONDRA (WSI) – Anche se con 4 anni di ritardo, la previsione dell’Agenzia Internazionale dell’Energia potrebbe avverarsi, ma in altri termini rispetto alla stima originale.
Nel 2001 il think tank composto dai paesi che importano combustibili fossili aveva previsto l’inizio di un’epoca d’oro per il gas naturale. La domanda in rapida crescita, in particolare proveniente dalle economie in via di Sviluppo, dovrebbe portare la materia prima a soppiantare il carbone entro il 2030, diceva il report.
Tutto questo è ancora possibile, ma per il momento d’oro ci sono solo i guadagni dei consumatori di gas. Quanto alle società, esse ci stanno perdendo diversi quattrini, invece.
Mentre il gas naturale non decollava, il carbone ha vissuto una rinascita inaspettata, soprattuto in Europa e specialmente nel mercato dei generatori di energia. Il motivo principale è stato il basso costo delle scorte abbondanti presenti sui mercati mondiali, a cui si sono unite le falle della politica fiscale dell’Ue a cui il parlamento cercherà di porre rimedio questa settimana.
La domanda per il gas LNG è stata tiepida negli ultimi tre anni. Il mercato è diventato ancora più conveniente per i consumatori grazie al calo dei prezzi del petrolio.
Tenendo conto dei costi delle attività di liquefazione e spedizione, i gruppi esportatori di gas naturale potrebbero andare incontro a delle perdite. Le speranze dell’industria risiedono tutte in una ripresa della domanda.
Paesi come Indonesia e i grandi stati sudamericani stanno mostrando un interesse crescente per la risorsa. Ma a breve termine il quadro è abbastanza cupo.
Alla lunga, invece, il gas naturale potrebbe toglieresi delle soddisfazioni. Sono molti i consumatori di energia che cercano di percorrere strade a basso impatto ambientale ma che non sono ancora pronti a rinunciare del tutto agli idrocarburi.
La domanda per il gas come fonte di energia per i trasporti è destinata a crescere, come dimostrano anche le ultime iniziative intraprese dalle principali case automobilistiche.
Fiat Chrysler sta promuovendo delle versioni delle sue auto alimentate a gas, che sono più convenienti dal punto di vista economico dei consumi anche in un periodo in cui la benzina tradizionale si trova a prezzi stracciati.
Inoltre l’industria automobilistica sta facendo fatica a rispettare i limiti legali imposti in America, Europa, Giappone e Cina per ridurre le emissioni di inquinanti di CO2. Un modo per riuscirci è vendere più vetture alimentate a gas.
Ci vorrà ancora del tempo, ma anche i produttori di gas naturale dovrebbero vivere un’epoca d’oro.
Fonte: The Economist
(DaC)