New York – La crisi riscrive i connotati della finanza. I Gordon Gekko sono fuori moda. Adesso piacciono quelli come Bill Gates e Warren Buffett che hanno convinto altri 11 miliardari a donare il 50% delle proprie ricchezze. I nuovi paperoni faranno parte dell’iniziativa chiamata Giving pledge che conta oggi 92 partecipanti. Una campagna di beneficenza lanciata nel 2010 da Gates e Buffet, in cui i membri si impegnano a cedere in vita almeno la metà dei loro averi.
“L’obiettivo è quello di dare maggiore visibilità alla filantropia e alle grandi cose che può fare” ha detto Bill Gates in un’intervista. Fra i nuovi membri ci sono il sindaco di New York, Michael Bloomberg, e il fondatore della Cnn, Ted Turner; il co-fondatore di Intel, Gordon Moore, e il regista e produttore cinematografico, George Lucas.
Le donazioni finanziano organizzazioni, associazioni e progetti di ricerca scientifica anche se alcuni critici e miliardari hanno finora rifiutato l’invito a partecipare all’iniziativa perchè in attesa di risultati più concreti. Il magnate tedesco Peter Kramer pensa invece che la ricchezza dovrebbe essere tassata maggiormente cosi che il settore pubblico possa decidere come spendere queste risorse.
“Un piccolo gruppo di ricchi non dovrebbe decidere come e dove spendere miliardi di dollari per un’intera comunità” ha dichiarato. Secondo la fondazione Giving Usa, nel 2011 la beneficenza negli Stati Uniti è aumentata del 4% rispetto al 2010, raggiungendo la somma totale di 298 miliardi di dollari.