Società

Gen Z e investimenti: altro che fin-influencer, meglio fidarsi dei consulenti

I giovani della Gen Z – coloro che sono nati tra il 1997 e il 2012 – negli USA hanno iniziato a investire e risparmiare in media all’età di 19 anni, secondo l’indagine Schwab Modern Wealth 2024. Si tratta di un’età significativamente più giovane rispetto ai baby boomer, che hanno iniziato a investire a un’età media di 35 anni, e persino ai millennial, che hanno iniziato a 25 anni.

Ecco il vantaggio  di iniziare a investire presto

L’elemento tempo è fondamentale per gli investimenti. Un giovane che apre oggi un conto di risparmio per la pensione potrebbe ritrovarsi con molti soldi in più rispetto a chi ha iniziato a risparmiare a 20 anni.

Ad esempio, la survey di Schwab, suppone di mettere da parte 5.000 dollari all’anno fino al pensionamento all’età di 65 anni e di ottenere un rendimento medio annuo del 7%. Un investitore che inizia a 25 anni potrebbe ritrovarsi con circa 998.000 dollari, mentre chi inizia a 19 anni – pur avendo versato solo 30.000 dollari in più – potrebbe ritrovarsi con oltre 1,5 milioni di dollari. Rimandando a 30 anni si otterrebbero circa 691.000 dollari.

Gli esperti suggeriscono che un modo semplice per i giovani di costruire ricchezza è quello di aprire un conto pensionistico individuale che consenta di versare i contributi al netto delle imposte.

Fidarsi dei consulenti, non di TikTok

Secondo il rapporto di Schwab, gran parte della fiducia della generazione Z negli investimenti deriva dalla crescente accessibilità delle risorse finanziarie. Più di un quarto della Gen Z, il 28%, dichiara di aver appreso le nozioni di investimento a scuola, rispetto al 19% dei millennial e al 12% della Gen X.

C’è anche una maggiore abbondanza di informazioni disponibili online e sui social media a cui le vecchie generazioni non avevano accesso, soprattutto in età così precoce. Tuttavia, gli esperti raccomandano di rivolgersi a un consulente finanziario di fiducia prima di accettare consigli dai social media. Abbondano online i cosiddetti “finfluencer” che appaiono sui social media.

Circa tre quarti, ovvero il 76%, degli intervistati da Schwab ha dichiarato di non seguire alcun influencer finanziario e il 65% ha affermato che i social media non hanno alcun impatto sui propri investimenti. Nel complesso, gli intervistati hanno dichiarato di essere più propensi a rivolgersi a un consulente finanziario (57%) che alle piattaforme dei social media (42%) per ottenere consigli finanziari.