Si alzano i toni nelle accuse vicendevoli pesanti che si sono lanciati due dei massimi dirigenti dell’industria italiana. Carlo Messina e Leonardo Del Vecchio non se le sono certe mandati a dire nelle ultime ore. Dopo che il socio di Generali Del Vecchio ha criticato Messina per avere espresso interesse nell’acquisto della compagnia assicurativa prima di studiare a fondo l’operazione, paragonando il suo comportamento a quello di “un ragazzino al bar”, il banchiere ha risposto dicendo che si tratta di “affermazioni diffamatorie”.
Il Ceo di Intesa SanPaolo se l’è presa e ha accusato il patron di Luxottica di parlare a vanvera: “Ho letto le dichiarazioni di Leonardo Del Vecchio: evidentemente non sa di cosa parla e neanche sa come sono andate le cose”, ha dichiarato a margine dell’assemblea di Luxottica.
“Non so come si fa a fare questi discorsi da parte di un amministratore delegato, lo può dire un ragazzino al bar“, aveva affermato Del Vecchio in risposta a una domanda sull’interesse per il Leone della banca guidata da Messina. “Come si fa con due società in Borsa che un amministratore di una faccia queste dichiarazioni”, ha aggiunto Del Vecchio.
“Noi vorremmo comperare…”, ha detto Del Vecchio citando le parole di Messina. “Come se io dicessi ‘Vorrei comperare la Microsoft’. Lo può dire un ragazzino al bar, ma un amministratore delegato che dica una cosa del genere… Vuol dire che non sa neanche che cosa è Generali. Ha fatto danno agli investitori più che al mercato. In America sarebbe stata una class action. Una dichiarazione di un A.d di questo tipo sarebbe costata molto alla banca”, aggiunge. Parla dell’AD di Intesa Carlo Messina? gli è stato chiesto. “Sì”, ha risposto Del Vecchio.
Messina ci tiene a precisare che Intesa SanPaolo “non ha mai commentato l’argomento se non in conseguenza dell’acquisto del 3% dei titoli della Banca da parte di Generali, che peraltro continua a detenere. Successivamente a tale acquisto Intesa Sanpaolo ha informato i mercati in maniera trasparente e rispettosa delle norme, da ultimo comunicando la decisione di bocciare la possibile operazione di combinazione industriale in quanto non creava valore“.
Quelle di Del Vecchio sono pertanto, secondo il banchiere “affermazioni diffamatorie a fronte delle quali reagirò nelle sedi opportune a tutela mia e della Banca”.