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Generali, Del Vecchio sbatte la porta e molla un altro ras: Geronzi

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MILANO – Del Vecchio si è dimesso da consigliere di Generali. Lo afferma una fonte vicina all’imprenditore. L’iniziativa – da quanto si apprende – sarebbe in polemica col presidente del gruppo assicurativo Cesare Geronzi.

A far andare su tutte le furie Del Vecchio – secondo quanto si apprende – sarebbe stata l’intervista di Geronzi, apparsa la scorsa settimana sul Financial Times. Con le sue parole, solo in parte corrette venerdì, su possibili investimenti nelle banche italiane e nel Ponte sullo Stretto il presidente del Leone, che in base alle governance delle Generali non ha un ruolo esecutivo, ha fornito indicazioni in contrasto con quelle date al mercato dall’a.d e capoazienda Giovanni Perissinotto lo scorso novembre. Incongruenza segnalata anche da una serie di report dagli analisti.

DEL VECCHIO, MIO CONTRIBUTO NON INCIDE SU STRATEGIE – “Mi rendo conto che il mio contributo non può incidere sugli indirizzi strategici di questa compagnia”. Sono le motivazioni contenute nella lettera di dimissioni, irrevocabili, che Leonardo Vecchio ha inviato al presidente di Generali Cesare Geronzi. Secondo il patron di Luxottica nella recente intervista al Financial Times il presidente avrebbe dato indicazioni strategiche diverse da quelle discusse nel Cda del Leone e presentate a novembre durante l’Investor day.

PRESIDENZA, SPIACE PER DEL VECCHIO MA MAI CONTRASTI – “Spiace la decisione di un apprezzato imprenditore e azionista”. Questo il commento, raccolto in ambienti vicini alla presidenza di Generali, sulle dimissioni dal Cda di Leonardo Del Vecchio. Viene peraltro fatto notare che “mai, si ripete mai, vi è stata occasione di contrasto o anche solo di differenziazione nel Cda, dentro e fuori gli organi societari, e nei confronti del presidente della compagnia, a cominciare dalla materia degli indirizzi strategici”

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(WSI) – MILANO – Ora è ufficiale, Leonardo Del Vecchio si è dimesso dal consiglio di amministrazione di Generali. Non si conoscono ancora le motivazioni ufficiali che hanno spinto il patron della Luxottica a un simile gesto, ma tutto fa pensare a una presa di distanza dal presidente Cesare Geronzi 1 e dalla sua ultima intervista al Financial Times in cui delineava strategie della compagnia di Trieste mai discusse con gli altri consiglieri.

In particolare, Geronzi ha parlato di eventuali acquisti di partecipazioni nelle banche, di finanziamenti al progetto sul Ponte dello Stretto di Messina, di aumento della presenza di Generali in Sudamerica, progetti di cui il management non aveva mai fatto cenno nei recenti incontri con la comunità finanziaria. Non a caso, il giorno dopo l’intervista, una serie di analisti finanziari ha commentato con estremo stupore le dichiarazioni di Geronzi che è dovuto correre ai ripari rettificando il tiro.

Tra Del Vecchio e Geronzi, d’altronde, non c’è mai stato feeling. Basta ricordare le parole dell’industriale all’assemblea di Luxottica, pochi giorni dopo l’elezione del banchiere romano al vertice del Leone: “Che il presidente sia Bernheim o un altro non cambia nulla – affermava Leonardo Del Vecchio il 24 aprile scorso – . Cambierebbe qualcosa se il presidente fosse operativo, se avesse delega; ma, visto che il presidente adesso non ha alcuna delega, praticamente è una figura come la mia in Luxottica”.

Del Vecchio aveva contribuito non poco a far sì che la gestione della compagnia fosse affidata al management senza interferenze da parte del presidente cui spettava una funzione di coordinamento del consiglio, così come prevede la governance nelle grandi società internazionali. “Siamo contenti di aver trovato un accordo – proseguiva Del Vecchio -. Riteniamo che sia giusto così: era doveroso crescesse il management e così è stato. L’importante ora è che sia il management che possa gestire l’azienda”.

Evidentemente i comportamenti di Geronzi nei dieci mesi di presidenza non hanno seguito questo schema e Del Vecchio si è convinto fosse meglio uscire nonostante le sue holding mantengano una partecipazione importante in Generali. Ora bisognerà vedere come questo gesto eclatante si ripercuoterà sulla discussione in consiglio di amministrazione già prevista per mercoledì, quando all’ordine del giorno vi sarà anche l’esame delle partecipazioni strategiche. Diego Della Valle ha chiesto due settimane fa di esaminare la possibilità di cedere la quota del 3,9% in Rcs, ma si potrebbe anche decidere di riattribuire all’amministratore delegato Giovanni Perissinotto la facoltà di rappresentare la compagnia nei cda delle partecipate strategiche, come appunto Rcs ma anche Mediobanca, Pirelli e Gemina. (Giovanni Pons)

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