Il Recovery Plan proposto dalla Commissione europea, che prevede l’emissione di debito comune europeo per 750 miliardi di euro, sarebbe stato impensabile soltanto fino a sei mesi fa: è quanto ha affermato il Commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni, precisando che non si tratta di un nuovo strumento “mascherato” per vincolare i Paesi alla riduzione di deficit e debito. In un colloquio in streaming con il vicedirettore del Sole24Ore, Alberto Orioli, Gentiloni ha rassicurato sul fatto che il governo italiano, in questa fase, non vedrà intromissioni della Commissione nel caso fossero decisi ulteriori scostamenti di bilancio (e allargamenti del deficit):
“Abbiamo dato un messaggio chiaro e tempestivo a marzo, sospendendo le procedure del Patto di Stabilità e invitando tutti i membri a politiche di bilancio espansive”, ha dichiarato Gentiloni, “il pensiero delle istituzioni europee è che questa crisi”, se non adeguatamente controbilanciata da un incremento di spesa pubblica, “rischia di avere conseguenze gravi ampliando le differenze” già presenti fra le economie europee.
E il problema del debito pubblico? Il commissario europeo non ha potuto negare che nel “medio-lungo” periodo il problema del debito pubblico dovrà nuovamente essere affrontato. Al momento, però, “non possiamo avere una diversa reazione fra chi ha spazio di bilancio e chi non ce l’ha”.
Ovvero: la Commissione non potrà dire a un Paese come la Germania “tu puoi spendere”, e allo stesso tempo affermare il contrario all’Italia o alla Grecia. In questo momento, infatti, tutti devono essere nella condizione di poter sostenere l’economia, anche se Gentiloni ha ammesso che alcuni Paesi siano oggettivamente in una posizione più agevole per farlo, in quanto meno indebitati.
Il commissario europeo, però, ha voluto mettere in chiaro che l’obiettivo del Recovery plan proposto dall’esecutivo Ue non sarà quello di prestare denaro in cambio di un piano di rientro dal debito. Le condizionalità del Recovery plan (le avevamo descritte qui) prevedono piani di riforma in grado di incrementare, in vari modi, il potenziale di crescita del Paese.
Questa nuova fase “permissiva” da parte dell’Unione Europea, però, non deve far pensare che il problema del debito pubblico svanirà nel nulla: a un certo punto, nel futuro, “i Paesi che hanno un debito alto dovranno porsi il problema di non farlo salire ancora. Non possiamo far finta che il problema sparirà dalla discussione”, ha dichiarato Gentiloni.