Economia

Governo Gentiloni riformatore? Novità su appalti e PA

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ROMA (WSI) – Mentre il Pd si spacca e mina la stabilità del governo, il premier Paolo Gentiloni sottolinea i passi avanti fatti dal suo esecutivo, sempre all’insegna di Renzi. Parlando al termine del Consiglio dei ministri, l’ex titolare della Farnesina sottolinea:

“Il governo prosegue nel suo cammino sulle riforme e lo ha fatto con decisioni molto rilevanti (…) Lavoriamo per completare le riforme del governo Renzi. Lo abbiamo fatto sulla scuola, lo stiamo facendo sul bando delle periferie (…) Oggi abbiamo preso decisioni molto rilevanti come il completamento, con le ultime deleghe, della legge di riforma della P.A, una operazione complessa di grandissimo valore strategico e molto attesa anche in Europa e che al suo interno comprende anche misure di riassetto del comparto sicurezza e delle Forze Armate”.

Il Consiglio dei ministri difatti ha dato il primo via libera a cinque decreti attuativi della riforma P.a. targata Madia. Tra le novità principali si segnala il nuovo Testo Unico sul pubblico impiego in cui viene fatta chiarezza sulle conseguenze dei licenziamenti illegittimi nella pubblica amministrazione. Verrebbe anche confermata la reintegra ma il risarcimento non potrà superare le 24 mensilità.

Il Cdm guidato da Gentiloni ha anche dato vita libera al provvedimento per la correzione di alcune criticità del decreto legislativo 50/2016, con l’obiettivo – sottolineato dal Premier – “di dare un contributo alla ripresa degli appalti e dei lavori pubblici di cui abbiamo bisogno”.

I ritocchi tengono conto della crisi che ha investito il settore edile, così per partecipare agli appalti ora i costruttori dovranno dimostrare il possesso dei requisiti richiesti non negli ultimi cinque anni – quelli in cui ha pesato di più la recessione- ma negli ultimi dieci. Per dare massima imparzialità nell’assegnare i contratti, si prevede ora, su richiesta dell’Anticorruzione, che le amministrazioni nominino almeno il presidente delle Commissioni giudicatrici tra gli esperti iscritti all’albo dell’Autorità per gli appalti superiori a 1 milione di euro. I nomi dei commissari per gli appalti oltre le soglie Ue (5,2 milioni per le opere pubbliche) saranno direttamente indicati dall’Anac e non più sorteggiati dalle Pa in una rosa di candidati.