Vladimir Putin mette sotto ricatto l’Ue? Secondo l’investitore miliardario George Soros, la posizione negoziale del presidente russo “non è così forte come lui pretende”.In una lettera al primo ministro italiano Mario Draghi, Soros ha affermato che Putin sta “ovviamente ricattando l’Europa” minacciando di trattenere le forniture di gas.
Ma secondo il finanziere è l’Europa, che detiene i gasdotti, ad avere in realtà una posizione di forza maggiore rispetto alla Russia.
“Putin sta chiaramente ricattando l’Europa minacciando di trattenere il gas, che ha messo a riserva piuttosto che alimentare le forniture all’Europa. I prezzi sono così saliti, facendo guadagnare la Russia, ma la posizione negoziale di Putin non è forte come sembra e come Putin finge che sia: si stima che per luglio i depositi russi saranno al massimo, e l’Europa è il solo mercato di sbocco russo”, con rischio che la Russia debba chiudere in Siberia circa 12.000 punti d’estrazione difficili da riaprire perché vetusti.
Soros: Ue più forte di Putin
La Russia ha recentemente tagliato le forniture di gas alla Finlandia, sostenendo che il Paese non le paga in rubli. La mossa è avvenuta dopo che Helsinki ha annunciato la sua intenzione di aderire alla NATO. Anche la Bulgaria e la Polonia hanno visto interrompersi le forniture di gas russo un paio di settimane fa. Sulla scia dell’invasione russa dell’Ucraina, Mosca ha annunciato che le nazioni “ostili” dovranno pagare il gas russo in rubli, una politica che consente al Cremlino di sostenere la propria valuta.
Tuttavia, il messaggio di Soros è che anche i Paesi europei possono fare leva su Putin. L’UE, che comprende 27 Paesi, riceve circa il 40% delle sue forniture di gas naturale dalla Russia, il che rende difficile per il blocco smettere di acquistarlo da un giorno all’altro. Ma, secondo Soros, l’UE è anche un mercato molto importante per il Cremlino e Putin ha bisogno dei proventi del gas per sostenere la sua economia.
“Si stima che la capacità di stoccaggio russa sarà piena entro luglio. L’Europa è il suo unico mercato. Se non rifornisce l’Europa, deve chiudere i pozzi in Siberia da cui proviene il gas. Sono coinvolti circa 12.000 pozzi. Ci vuole tempo per chiuderli e, una volta chiusi, è difficile riaprirli a causa dell’età delle attrezzature”, ha dichiarato Soros nella lettera. Anche Leon Izbicki di Energy Aspects, concorda sul fatto che gli stoccaggi di gas della Russia sono quasi pieni.
“La Russia ha affrontato lo scorso inverno con scorte record di circa 72,6 miliardi di metri cubi e punta a un obiettivo di stoccaggio sotterraneo ancora più alto per l’inverno 2022, pari a 72,7 miliardi di metri cubi. “Anche se non abbiamo visibilità sullo stoccaggio sotterraneo russo, sembra plausibile che la Russia possa raggiungere questo obiettivo già quest’estate”.
Dopo l’invasione dell’Ucraina, i Paesi europei si sono dati da fare per trovare alternative al gas russo. L’UE e gli Stati Uniti, ad esempio, hanno firmato a marzo un accordo per garantire che la regione riceva almeno 15 miliardi di metri cubi in più di gas naturale liquefatto (GNL) quest’anno. Questo, unito ai recenti tagli delle forniture a Polonia, Bulgaria e Finlandia – insieme alle sanzioni internazionali – significa che la Russia sta inevitabilmente già vendendo meno gas all’Europa.
La soluzione quindi secondo Soros è che l’Ue “si prepari a usare il suo potere negoziale” e anticipi al “massimo i preparativi per rendersi indipendente dalla Russia, prima della prossima stagione fredda, impedendo a Putin di chiudere i rubinetti finché tale mossa può fare ancora male. A quel punto, la strada indicata dal finanziere e filantropo di origine ungherese è “imporre una pesante tassa sulle importazioni di gas, in modo che il prezzo al consumo non scenda, ma la Ue guadagni un gettito in da usare per sostenere i poveri e investire in energia verde”. In questo modo “la Russia non recupererà mai le vendite che ha perso” e l’Ue avrà dato un forte segnale di unità e assestato un colpo al “dittatore” di Mosca.
Soros incorona Draghi leader europeo
Nella missiva di Soros ha anche eletto Mario Draghi leader europeo più capace di portare avanti il progetto per un’Europa federale.
“Draghi ha l’iniziativa, l’immaginazione, l’alta reputazione” necessarie per il braccio di ferro con Mosca e per far avanzare un progetto federalista in Europa. “Non è l’unico leader, e in questo momento i politici europei sono in una fase creativa”. Quello che serve “è un passo avanti verso un’Europa parzialmente federata, sarebbe un vantaggio enorme”.