New York – In Germania le autorita’ del Land occidentale della Renania Settentrionale-Westfalia hanno acquistato per 3 milioni e mezzo di euro da una banca privata elvetica, l’istituto ‘Coutts’ di Zurigo, un Cd contenente l’elenco dei cittadini tedeschi che vi hano aperto conti correnti, evadendo cosi’ le tasse in patria.
Allo studio l’acquisto di altri due supporti informatici con dati analoghi, per i quali sono arrivate dalla Svizzera offerte di cessione.
Intanto se per il governo federale svizzero gli accordi firmati con Germania, Regno Unito e Austria sarebbero la migliore delle soluzioni possibili per salvare la piazza finanziaria elvetica, ai banchieri svizzeri invece sale l’angoscia.
L’intesa fiscale “Rubik” con Londra e Berlino, cosi’ come quella stretta con Austra e gli Usa potrebbe causare forti uscite di capitali dalle casse delle banche svizzera e conseguenti tagli del personale. Il colosso bancario UBS, in particolare, teme un altro deflusso di denaro in Europa dopo i nuovi accordi in merito alla situazione fiscale dei suoi clienti.
Secondo quanto riferito dal Corriere del Ticino, che cita Jürg Zeltner, capo della gestione patrimoniale, “la nuova emorragia potrebbe essere fra i 12 e i 30 miliardi di franchi”.
Dalla crisi finanziaria il deflusso di denaro dalle casse dell’istituto e’ mano a mano sempre diminuito: da 39 miliardi nei primi nove mesi 2009 ai 3 miliardi del 2012. UBS teme pero’ che l’accordo di Kubrik con Berlino e Londra ribalti la situazione.
Stando a quanto riferito a Wall Street Italia da una fonte interna alla banca – filiale di Ginevra – l’istituto svizzero puo’ contare, tuttavia, su un aumento dei flussi di depositi provenienti dal sud d’Europa, ammontante a 11 miliardi solo nei primi tre mesi del 2012.