SIENA (WSI) – La Germania ha parua per i 6 miliardi di euro circa di investimenti nel sistema finanziario di Cipro, a rischio collasso. Ma a parte la posizione scomoda nell’isola, le banche tedesche hanno negli ultimi mesi provveduto a ridurre l’espozione nei prodotti greci.
“Premesso che i calcoli sulle esposizioni complessive spesso divergono (la Banca dei regolamenti internazionali presenta ad esempio valori più alti rispetto alle statistiche dell’autorità bancaria europea) si può indicare in almeno 19 miliardi di euro quella delle banche tedesche verso Atene all’inizio della crisi, nel 2010. Un valore secondo soltanto a quello delle banche francesi”, scrive Mauro Del Corno per il Fatto Quotidiano.
“Già a fine 2011 l’esposizione tedesca in Grecia si era però ridotta a meno di 800 milioni di euro. Se si guarda ai soli titoli di Stato, le stime si fanno più accurate e il centro studi di Mediobanca, rileva come nel 2011 le prime due banche tedesche, Deutsche Bank e Commerzbank, avessero un’esposizione in titoli ellenici, al netto delle svalutazioni, pari a 3,3 miliardi di euro. A metà 2012 a Deutsche Bank erano rimasti in portafoglio titoli greci per appena 35 milioni, mentre Commerzbank si era completamente liberata della zavorra greca”.
Tassi & Congiuntura: seduta all’insegna dell’attesa quella di ieri sul mercato obbligazionario dell’area Euro con gli spread di Italia e Spagna che hanno chiuso in lieve calo rispetto a mercoledì. Se da un lato c’era attesa per l’evoluzione del caso Cipro, dall’altro sono andate bene le aste spagnole che hanno visto il collocamento di un ammontare superiore all’offerta. Si sono alternate le notizie in merito al secondo piano di Cipro. Il presidente Anastasiades, secondo quanto riportato dal portavoce del governo, si è accordato con i partiti per istituire un fondo di solidarietà che dovrebbe evitare il prelievo forzoso sui depositi. Ieri sera si è tenuta una riunione telefonica dei ministri finanziari dell’area Euro in cui i ministri si sono dichiarati disponibili a discutere la presentazione di una nuova proposta di piano, aggiungendo di essere pronti anche, sulla base dell’analisi della Troika, a continui negoziati ed aggiustamenti del programma rispettando però i parametri definiti nel precedente eurogruppo. L’Eurogruppo ha inoltre riaffermato l’importanza di salvaguardare la garanzia dei depositi sotto i 100.000€. Ieri sera la banca centrale cipriota ha annunciato “un processo di risoluzione” che proteggerà i depositi sotto i 100.000€ ed eviterà la bancarotta per le banche. Resta ancora da chiarire quale sarà il contributo della Russia al piano di salvataggio. Il ministro delle finanze russo, Siluanov, ha dichiarato che i colloqui con Cipro sono terminati e che comunicheranno la loro partecipazione solo dopo la decisione della Troika. Questa mattina tornerà a riunirsi il Parlamento cipriota per discutere il nuovo piano e verificare se è sufficiente a raccogliere i 5,8 Mld€ necessari per lo sblocco degli aiuti internazionali. Le autorità auspicano di raggiungere un accordo entro martedì prossimo quando riapriranno gli istituti bancari. Intanto l’agenzia di rating S&P ha ridotto il giudizio sull’isola a CCC da CCC+. Nel frattempo suil mercato monetario nel corso della settimana si è registrato un rialzo di circa 10pb sui forward dei tassi Euribor a 3 mesi. Dal lato macro segnaliamo il calo dei dati preliminari di marzo sui Pmi manifatturiero e servizi dell’area, che restano sotto area 50. Oggi invece sarà la volta dell’indice Ifo tedesco di marzo. Negli Usa tassi di mercato nuovamente in calo sul segmento decennale, portando pertanto ben a cinque la sequenza di giorni consecutivi di tassi decennali al di sotto del 2%. Evidente dunque l’impatto della crisi cipriota anche sui Treasury, al punto da far passare in secondo piano anche il miglioramento del comparto immobiliare, testimoniato dalle vendite di case esistenti di febbraio, ai massimi da tre anni. L’elevato livello di liquidità nel sistema ed i conseguenti rischi di risalita dell’inflazione, hanno invece nuovamente portato all’ottava emissione consecutiva (ieri per 13Mld$) di titoli decennali indicizzati all’inflazione a tassi reali negativi. Il posizionamento in territorio negativo per tale comparto è in atto a partire dagli inizi dello scorso anno. Nel frattempo anche la camera ha approvato il disegno di legge che proroga alla fine dell’anno fiscale in corso (che termina il prossimo 30 settembre) i finanziamenti per la spesa governativa in scadenza il 27 marzo. La scadenza chiave si sposta ora al 19 maggio con riferimento all’innalzamento del tetto sul debito.
Valute: l’euro continua a rimanere poco al di sopra dei minimi da 4 mesi verso dollaro con il cambio che oscilla tra il supporto 1,2850 e la resistenza in area 1,30. Da monitorare l’andamento della fiducia degli imprenditori tedeschi di marzo che questa mattina potrebbe imprimere una direzionalità al cambio qualora risultasse molto distante dal consenso. Stanotte lo yen si è apprezzato verso quasi tutte le principali valute mondiali sulla scia del calo delle borse Usa e nipponica. A poco sono servite le parole del neo governatore della BoJ, Kuroda, che ieri ha ripetuto la sua propensione per una politica monetaria estremamente accomodante allo scopo di centrare l’obiettivo di inflazione. Supporto a 121,40 per oggi, resistenza a 124. Segnaliamo la forza del dollaro australiano e neozelandese. Quello australiano si colloca in prossimità dei massimi da 7 settimane verso dollaro Usa poiché, alla luce dei recenti buoni dati macro, gli operatori stanno riducendo le probabilità di un taglio dei tassi da parte della banca centrale. In apprezzamento generalizzato il dollaro neozelandese dopo i dati sulla crescita nel quarto trimestre risultati molto superiori alle attese.
Commodity: nuovo calo per gli indici legati alle materie prime guidati dalla debolezza del settore energetico: Wti (-0,6%), Brent (-1,2%) e gas naturale Usa (-0,6%). Andamento misto per i metalli non ferrosi al Lme, mentre rialzi sono stati registrati dai preziosi. In particolare l’argento (+1,4%) si è riportato sopra i 29$/oncia; stabile l’oro oltre i 1610$/oncia. Andamento misto per gli agricoli : in rialzo la soia (+2,1%), su aspettative di aumento della domanda per la produzione Usa a causa dei ritardi nelle spedizioni dai porti brasiliani. In calo dell’1% cotone e grano. Sui massimi da quasi un mese l’olio di palma su attese di maggiori esportazioni dalla Malesia.
Azionario: ritornano le vendite sui listini azionari europei dopo la pausa vista nella seduta di mercoledì. In un contesto in cui la situazione Cipro risulta ancora irrisolta, i deludenti dati sugli indici PMI tedeschi di marzo hanno contribuito ad alimentare il clima negativo sui mercati. Tutti i principali indici hanno chiuso in calo, con le vendite che hanno interessato principalmente il settore industriale, all’interno del quale i titoli automobilistici sono stati tra i più penalizzati. Forte calo anche per i settori finanziario e tecnologico. In controtendenza invece il comparto utilities, l’unico in rialzo all’interno dello Stoxx 600, grazie al forte rimbalzo fatto registrare dalla tedesca E.ON (+4,2%). Il Ftsemib si è confermato, per il secondo giorno consecutivo, il migliore listino in Europa grazie alla buona tenuta del settore bancario. In calo Parmalat (-3,8%) dopo l’annuncio di un dividendo più che dimezzato rispetto allo scorso anno. La seduta odierna si è aperta nuovamente con indici in territorio negativo. Negli Usa le contrattazioni sono state nuovamente condizionate dalle vicende in area Euro che stanno spingendo gli operatori a prendere profitto visto anche il posizionamento su livelli record dei mercati. Bersaglio delle vendite è stato ieri il comparto tecnologico trainato al ribasso da Oracle (-9,7%) dopo i deludenti dati trimestrali. Calo marcato anche per il settore risorse di base e finanziario, mentre si è mosso in controtendenza quello telecomunicazioni, risultato l’unico positivo all’interno dell’indice S&P 500. Da segnalare nella sessione after-hour, il rialzo di oltre l’8% per il colosso dell’abbigliamento Nike, grazie ai sorprendenti dati trimestrali. Sul fronte emergenti l’indice MSCI EM è tornato a scendere nella seduta di ieri andandosi a posizionare sui livelli minimi da inizio dicembre 2012. Il listino brasiliano (-0,8%) continua a sottoperformare penalizzato dall’andamento negativo dei titoli legati alle materie prime. Positiva invece la chiusura per le borse turca e russa. In mattinata si sta assistendo ad un andamento negativo per i listini asiatici sulla scia della chiusura in calo di Wall Street. A guidare i ribassi l’indice thailandese (-3,2%) penalizzato dalla notizia di un possibile rialzo sui margini per il trading sull’azionario. In forte calo anche l’indice Nikkei (-2,35%) a causa dell’apprezzamento dello yen. In controtendenza il listino cinese e australiano.
INFORMAZIONI DI STAMPA SU TITOLI
FERRAGAMO – La società ha archiviato il 2012 con un utile netto di gruppo di 106 Mln€, in crescita del 30%, e proporrà all’assemblea la distribuzione di un dividendo di 0,33€ per azione da 0,28€ dell’anno precedente.
FONDIARIA SAI – La società ha svalutato i titoli Mediobanca in portafoglio per 46 Mln€ e Generali per 13 Mln€. Nell’ambito dei 188 Mln€ di impairment su strumenti finanziari fatti da Fonsai, 40 Mln€ hanno inoltre riguardato Alitalia.
GENERALI – L’agenzia di rating Moody’s ha confermato ieri il rating Baa1 della compagnia triestina, confermando le buone prospettive di cash flow. L’outlook rimane negativo alla luce del rischio paese. Partono i lavori per il rinnovo del Cda della società . Oggi è in programma il comitato nomine di Mediobanca, chiamato a indicare la lista di maggioranza per il board della partecipata triestina. Un board che, con ogni probabilità , sarà di undici membri e da cui, stando a indiscrezioni autorevoli, potrebbe restare fuori il rappresentante di Effeti. Questo secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore.
INTESA SAN PAOLO – Fitch ha abbassato il rating emittente di tre controllate di Intesa SanPaolo nell’area Cee. Si tratta della slovena Banca Koper e della slovacca Vseobecna Uverova Banka (Vub), i cui rating passano a “BBB” da “BBB+” e dell’ungherese CIB Bank Zrt che passa a “BBB-” da “BBB”. Per tutte e tre le banche l’outlook è negativo.
MEDIOLANUM – La banca ha chiuso il 2012 con un utile netto record di 351 Mln€, circa cinque volte quello dell’esercizio 2011, e distribuirà un saldo di dividendo pari a 0,08€ per azione, superiore alle attese di 0,05€, portando l’ammontare complessivo della cedola a 0,18€. La società si aspetta un utile netto 2013 inferiore a quello record del 2012, ma, grazie al continuo aumento delle masse, conta di rivedere lo stesso livello di utile nel giro di 2-3 anni. Questo secondo quanto detto a Reuters, in un’intervista, dal vicepresidente Massimo Doris.
TELECOM ITALIA – Secondo quanto riportato da Reuters, i soci di Telco, la holding che controlla il 22,4% di Telecom italia, hanno raggiunto un accordo di massima per la proroga del prestito soci da 1,7 Mld€ al febbraio 2015, allineandone la scadenza a quella del patto di sindacato.
UNIPOL – La società ha archiviato il 2012 con un utile netto consolidato di 441 Mln€ e distribuirà un dividendo di 0,15€ ad azione per le ordinarie e 0,17€ per le risparmio. La società è in fase avanzata con il processo di dismissione degli asset chiesti dall’Antitrust, confermando l’obiettivo di 1,7 Mld di premi e, tra qualche settimana, invierà l’information memorandum ai soggetti che hanno manifestato interesse. Lo ha detto l’AD della compagnia, Carlo Cimbri.
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