In Germania si discute sul futuro del diesel. Dopo lo stop alla vendita di motori diesel dal 2040 in Francia, un provvedimento simile potrebbe arrivare anche nella patria dell’industria automobilistica. A scontrarsi sono la necessità di ridurre le emissioni inquinanti e quella di proteggere una delle industrie più sviluppate del Paese, il settore dell’automotive. Sullo sfondo, il dieselgate che dopo l’inizio con Volkswagen ha coinvolto diverse altre case automobilistiche, fra cui, l’ultima alcuni giorni fa, Daimler.
Città tedesche come Monaco e Stoccarda hanno discusso l’idea di un divieto al diesel. Lo Stato della Baviera, dove c’è la sede di Audi e Bmw, ha però dichiarato di accettare il richiamo volontario dei veicoli interessati dal dieselgate proposto dalle due case produttrici, in uno sforzo per evitare la messa al bando del diesel. Una simile dichiarazione è arrivata dalle autorità del Baden Wurttemberg, lo stato dove ha sede Daimler. L’idea di un aggiornamento dei motori a diesel per ridurre le emissioni invece sembra al momento prevalere sul supporto ai divieti di cui si discute in alcune città.
Il settore dell’automotive impiega molte persone in tutto il Paese. Il bando del diesel porterebbe alla perdita di 600 mila posti di lavoro, secondo un’indagine dell’istituto di ricerca economica Ifo, condotta per la Federazione nazionale dell’industria dell’auto. La tecnologia diesel ha un ruolo importante nel Paese, tanto che i modelli diesel hanno rappresentato il 46% delle vendite totali lo scorso anno.
Anche una proposta dei Verdi per vietare la circolazione di automobili a diesel e benzina dal 2030 ha reso più caldo il dibattito. Alcuni giorni fa una soluzione del genere è stata presa dai vicini francesi. Il ministro per la transizione ecologica della Francia Nicolas Hulot ha annunciato che fermerà la vendita di queste auto dal 2040 e ha previsto aiuti alle famiglie con reddito più basso per l’acquisto di auto pulite.