È ufficiale: la Germania, da sempre considerata locomotiva d’Europa, non sfreccia più. L’ultima conferma è arrivata oggi dalla diffusione del Pil del quarto trimestre fiscale, che mostra un’economia in stagnazione. Non andrà meglio, a quanto pare, anche il 2020 per effetto di un rallentamento dell’export per via anche del coronavirus.
Partiamo dagli ultimi mesi del 2019. Secondo i dati dell‘ufficio di statistica federale, Destatis, nel quarto trimestre l’economia è rimasta stagnante nell’ultimo trimestre, con una variazione dello 0,4% anno su anno. Destatis ricorda come, dopo una partenza “dinamica nel primo trimestre (+0,5%) e un calo nel secondo (-0,2%) si era registrato un lieve recupero nel terzo trimestre del 2019 (+0,2%)”. Complessivamente, la crescita del Pil dell’intero anno si è fermata a +0,6%.
Peggio è andata alla media dei paesi della Zona euro. Che, complice la decrescita di Francia e Italia, nel quarto trimestre, ha segnato un aumento del Pil su base trimestrale dello 01%.
Ma torniamo alla Germania che, almeno per il primo trimestre, non dovrebbe dare segnali di ripresa. Complice gli effetti del coronavirus, che fa calare la domanda dalla Cina, sarà difficile vedere un rimbalzo. Lo ha confermato anche Fritzi Köhler-Geib, capo economista di KFW (la Cdp tedesca) e consiglia di avere “pazienza fino alla primavera per vedere la ripresa”.
Decisamente grigio il futuro della Germania dipinto dagli analisti di ING, che guardando avanti, vedono la stagnazione, con il rischio di una recessione tecnica, come l’opzione più probabile.
“L’economia tedesca rimane bloccata tra un solido consumo privato e un settore manifatturiero paralizzato. Il quadro più ampio dell’economia tedesca è chiaro: è in stagnazione dall’estate del 2018. In particolare, il settore manifatturiero appare intrappolato tra debolezza ciclica, a seguito del conflitto commerciale e della crescita globale più debole, e debolezza strutturale, a causa di perturbazioni nel settore automobilistico e investimenti insufficienti”.
In prospettiva – dicono gli esperti – gli ultimi indicatori soft e i dati industriali di dicembre non fanno ben sperare per le prospettive a breve termine.
“Inoltre, è probabile che l’impatto del coronavirus sull’economia cinese ritardi il rimbalzo nel settore manifatturiero poiché interrompe almeno temporaneamente la catena di approvvigionamento”.
Unica nota positiva è arrivata ieri dalla Commissione europea, che ha rivisto al rialzo la crescita della Germania per il 2020 e 2021 all’1,1% rispetto all’1% pronosticato in autunno. Per l’esecutivo europeo, la ripresa del Pil tedesco dovrebbe continuare ad essere trainata dalla domanda interna, dal settore delle costruzioni e da una politica fiscale più espansiva.