Passati 87 giorni dalle ultime elezioni, la Germania non è ancora riuscita a formare un governo. Un record per il Paese. Dopo il fallimento delle trattative per la creazione di una coalizione detta “Giamaica”, con cristiano democratici, verdi e liberali, diverse sono ancora oggi le ipotesi sul tavolo. A gennaio, il 7, inizieranno i colloqui ufficiali fra la Cdu/Csu – i conservatori della Cancelliera Angela Merkel – e l’Spd di Martin Schulz per la formazione di un governo di grande coalizione. All’interno del partito socialdemocratico, che terrà il suo congresso straordinario a fine gennaio, non c’è grande sostegno all’ipotesi.
Entrambe le formazioni temono di “bruciarsi” di fronte agli elettori con una scelta del genere. Già penalizzati nei risultati delle ultime elezioni, i due partiti tradizionali non possono permettersi di allontanarsi ancora dai desideri dei cittadini. In particolare, la cancelliera Angela Merkel si trova a fronteggiare un calo dei consensi verso la sua figura. E c’è chi la considera ormai arrivata al capolinea, dopo più di dieci anni al governo. Questa per lo meno è l’analisi di Eurointelligence.
Anche secondo il blog della tavola rotonda di esperti di politica estera “The national interest“, l’era Merkel volge verso la conclusione. Le sue politiche avrebbero infatti provocato l’ascesa delle formazioni più estremiste. Prima fra tutte Afd, Alternativa per la Germania, caratterizzata da posizioni euroscettiche, di estrema destra. Afd è cresciuta alle ultime elezioni, mentre i cristiano democratici hanno ottenuto il loro peggiore risultato dal 1949. Anche se Merkel desse vita a un governo di minoranza, la sua azione sarebbe minata da lunghe lotte politiche e difficilmente il suo quarto mandato sarebbe portato a conclusione.
Una grande coalizione potrebbe essere conveniente a breve termine, ma si dimostrerebbe corrosiva nel lungo periodo. Secondo i commentatori del blog, finché qualcosa non cambierà nei due partiti principali, gli elettori saranno più propensi a cercare alternative che offrano una scelta diversa. The National Interest avanza l’idea che, sebbene Merkel sia più a suo agio con il centro sinistra, dovrebbe prendere in considerazione la possibilità di una coalizione con i liberali di Fdp o Afd: due formazioni anti europeiste.
Un’altra grande coalizione potrebbe portare all’inevitabile risultato di aumentare l’interesse e popolarità intorno a Afd, formazione di estrema destra che si è già assicurata un numero decente di seggi in parlamento (la prima volta che è successo dalla fine Seconda Guerra Mondiale) e che diventerebbe così l’opposizione formale nel Bundestag e si porrebbe come agente di cambiamento.