Economia

GERMANIA MOTORE DELLA RIPRESA ITALIANA

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(9Colonne) – Roma, 16 feb – “I nostri scambi commerciali con i paesi europei segnano nel 2006 due importanti risultati: da una parte si conferma il trend positivo di crescita del nostro export (+8,8%) che è più che raddoppiato rispetto al 2005 (+3,7%) grazie anche all’incremento maturato in Germania (+8,3%) e dall’altro un graduale miglioramento della nostra bilancia commerciale che vede il saldo negativo nettamente ridotto (591 milioni di euro a dicembre 2006, rispetto ai 1.416 milioni del dicembre 2005)”. È quanto afferma Emma Bonino, ministro per il Commercio Internazionale e per le Politiche Europee commentando i dati diffusi oggi dall’Istat sull’interscambio commerciale con i paesi Ue. Il ministro sottolinea comunque che una valutazione complessiva del nostro interscambio non può non tenere conto del carattere eccezionale del peggioramento della bolletta energetica, con il passivo che è salito dai 40,7 miliardi di euro del 2005 ai 52 miliardi del 2006. “Ciò spiega” continua Bonino “la dinamica del saldo commerciale italiano con l’estero, il cui aggravio rispetto al 2005 di 11,7 miliardi è stato dovuto pressoché esclusivamente all’energia”. Il ninistro inoltre osserva come l’Italia abbia migliorato sensibilmente e mantenuto i suoi attivi commerciali verso paesi importanti e partner commerciali di primo livello come la Francia (6,3 miliardi; + 337 milioni) il Regno Unito (7,4 miliardi; +172 milioni) la Spagna (9,3 miliardi; stabile) e la Grecia (4,7 miliardi; +213 milioni). “Vuol dire” prosegue Bonino “che il made in Italy si è fortemente radicato, che riusciamo ad esportare e a vendere soprattutto prodotti di qualità”. In particolare, il 2006 è stato senza dubbio l’anno del boom della meccanica italiana, il cui saldo attivo per le macchine e gli apparecchi è salito a ben 42,7 miliardi di euro, con un incremento di ben 4,7 miliardi rispetto al 2005. Nel 2006 si è registrato anche un arresto dell’erosione del surplus delle pelli-calzature e dei mobili che sono rimasti sostanzialmente sui valori del 2005 a quota, rispettivamente, 6 e 7 miliardi di euro.