ROMA (WSI) – La Germania e i paesi dell’Asse del Nord alzano la voce contro l’Italia, ricordandole l’obbligo di conformarsi alle regole dell’Unione europea sull’applicazione del bail-in, ma la crisi delle banche rischia di travolgere anche loro. Sicuramente la Germania rischia di aver fatto male i propri conti e di diventare vittima di se stessa dal momento che, oltre alla bomba finanziaria pronta a esplodere in ogni momento chiamata Deutsche Bank, è alle prese ora con la spada di Damocle delle cosiddette Landesbank, le note banche regionali controllate dagli enti locali, che contraddistinguono il suo sistema finanziario.
Il guaio bancario di cui parla Handesblatt porta il nome di Bremer Landesbank (BLB), già osservata speciale per una serie di articoli del Financial Times che hanno messo in evidenza il problema dei crediti deteriorati. Crediti deteriorati che hanno portato BLB, partecipata da NordLB con una quota del 54,8%, ad avvertire che sarà costretta a una svalutazione dei prestiti erogati al settore navale per un valore di ben 400 milioni di euro.
L’ammissione ha scatenato i timori sulla banca di Brema, che aveva asset per un valore di 29 miliardi di euro a fine 2015. Tanto che i maggiori azionisti dell’istituto da allora stanno trattando al fine di capire come sostenere il capitale della banca. Nel frattempo, massacro sui suoi bond Contingent Convertible bond con scadenza nel 2049 che in pochi minuti sono crollati di quasi la metà da 120 a 73 euro.
Ora, l’alert del quotidiano Handelsblatt:
“I prestiti al settore navale hanno portato la banca dello stato di Brema in una situazione di stress. La banca non potrà sopravvivere senza l’aiuto del governo, ma una iniezione diretta da parte dalla Bassa Sassonia (il Bundeslander tedesco entro cui Brema forma due enclavi) appare ora improbabile”.
Lo stesso ministro presidente della Bassa Sassonia Stephen Weil aveva avvertito, stando a quanto reso noto dall’FT, che un aumento di capitale da parte del suo stato e da parte di Brena per salvere la banca non fosse realistico. Aggiungendo poi: “Faremo ogni sforzo per salvare la Landesbank” di Brema.
Ma la Germania è in trappola. Dopo aver detto nein all’Italia e dopo aver ribadito come le regole sulle banche in Ue siano ormai cambiate – e dunque niente bail-out (salvataggi statali delle banche), ma solo bail-in (salvataggi delle banche non più da parte dei contribuenti ma, in ordine, da parte degli azionisti, obbligazionisti detentori di bond subordinati e anche correntisti), come farà ora a evitare una crisi bancaria a casa propria?
L’effetto domino della banca di Brema non può essere escluso. La stessa banca che la controlla, NordLB, aveva lanciato tra l’altro un allarme utili, dopo aver accantonato 435 milioni di euro per coprire il rischio di sofferenze legate a prestiti erogati al settore navale, a sua volta zavorrato dalla contrazione delle attività commerciali.
Tanto che Gunter Dunkel, amministratore delegato della NordeLB Landesbank, aveva parlato di “un contesto di mercato difficile” ammettendo di prevedere un aumento degli accantonamenti per far fronte all’aumento dei rischi sui prestiti erogati al mercato navale. Prioprio NordLB, tra l’altro, avrebbe intenzione di assumere il controllo totale della controllata BLB.