BERLINO (WSI) – Il partito anti euro ha di che festeggiare. Anche se non ha centrato l’obiettivo del 5%, che avrebbe consentito l’ingresso in Parlamento, il risultato di Alternativa per la Germania – formazione nata solo sei mesi fa – alle ultime elezioni é stato migliore delle aspettative (i sondaggi lo davano intorno al 3%).
Spacciati per populisti dagli oppositori, i leader e militanti di AFD, che citano Grillo e Monti, sono in realta’ economisti rinomati che si possono inquadrare lontano dalla tradizione delle destre radicali e assolutamente non nazionalisti. Ora potranno rivendicare il risultato ottenuto, esercitando una certa leva politica contro Angela Merkel.
Al suo terzo mandato, la Cancelliera e’ stata premiata per aver risparmiato i contribuenti tedeschi dalla crisi del debito europeo. Dall’alto del loro 4,7%, sesta forza politica della locomitiva economica europea appena dietro i liberal democratici dell’Fdp, a cui hanno rubato una buona manciata di preferenze, i militanti anti euro potranno fare valere il loro programma e le loro idee, come quella secondo la quale “l’euro ha diviso l’Europa“, anche fuori dal Bundestag.
Nella convinzione che l’esperimento della moneta unica non funzioni, il partito fondato e guidato da Bernd Lucke vuole mettere fine all’euro e ai programmi di salvataggio. La proposta – seria – e’ quella di una disgregazione graduale, senza danni. Un programma gia’ applicato all’ex Cecoslovacchia che secondo AFD (Alternative fur Deutschland) “può essere applicato all’eurozona, in modo graduale, prudente e rispettando le condizioni economiche dei singoli Stati”.
“I Paesi del sud attualmente si stanno dirigendo verso una catastrofe economica – ha detto Lucke alla vigilia del voto di domenica. “Dato il livello di disoccupazione esistente, soprattutto quella giovanile, la radicalizzazione della protesta nei Paesi dell’Europa meridionale è una minaccia più che latente. Non sono sicuro per quanto tempo continueremo ad avere governi democratici e fino a quando riuesciremo a evitare che il pendolo democratico si inclini a favore di leader estremisti, populisti e istigatori”.
“Alternativa per la Germania” conta circa 16 mila membri. Molti di loro sono esperti di economia e, come il leader Lucke, professori universitari. Come diversi tedeschi, temono che le loro tasse e i loro risparmi svaniscano a causa della crisi del debito. Il partito vuole inoltre togliere potere all’Unione Europea, indire nuovi referendum e regolamentare l’immigrazione in modo più severo. Oppositori e analisti piu’ critici li considera populisti di destra.
Per effetto dell’esito delle urne (vedi grafico allegato) il Bundestag sara’ maggiormente rappresentato dalle fazioni di orientamento di sinistra, ma Merkel avra’ anche piu’ seggi (311). Per governare dovra’ formare una Grande Coalizione con i Verdi o con i rivali Social Democratici (SPD).
I mercati intanto non accolgono con grande euforia la vittoria schiacciante di Angela Merkel alle elezioni generali in Germania. In parte perché già scontavano un simile risultato e in parte perché il mancato ottenimento di cinque seggi, il Cancelliere dovrà stringere un’alleanza con i Verdi o i Social Democratici (SPD): nessuna delle due fazioni di orientamento opposto ai conservatori dell’Unione di Centro (CDU) sembra ancora propensa ad accettare.
E mentre Berlino è ancora alle prese con i postumi da febbre elettorale, il Governo greco ha avviato una nuova tornata di trattative con i suoi creditori, accolti nella capitale del Paese indebitato. I funzionari della Troika (Bce, Commissione Ue e Fmi) si trovano ad Atene per discutere delle capacità di Atene di evitare un terzo piano di aiuti nel 2014. Il programma di sostegno finanziario esterno dipende dalle misure di rigore messe in vigore dall’esecutivo guidato da Antonis Samaras.