ROMA (WSI) – Nel secondo trimestre del 2015, l’economia tedesca è cresciuta dello 0,4%, a dispetto della crisi greca, su base trimestrale, rispetto al +0,3% dei primi tre mesi dell’anno.
I contributi alla crescita del Pil sono arrivati soprattutto dalla bilancia commerciale, grazie all’aumento delle esportazioni, pari a +2,2% nei tre mesi fino a giugno. I consumi privati sono saliti +0,2%, mentre gli investimenti in capitali sono scesi -0,4%.
La Germania ora fa fronte al rischio del calo delle esportazioni, complice il rallentamento della Cina, seconda economia del mondo e terzo maggiore partner commerciale di Berlino. Proprio nello scontare un tale scenario, la Borsa di Francoforte è entrata ufficialmente nel mercato orso.
“Se la Cina farà fronte a un rallentamento di lungo periodo, gli esportatori tedeschi ne soffriranno – ha commentato in un’intervista a Bloomberg Andreas Scheuerle, economista presso Dekabank, a Francoforte – Questo non significa che si verificherà necessariamente un collasso delle esportazioni. Ma potrebbe essere necessario dire addio al tasso elevato di crescita”.