ROMA (WSI) – Crescita in affanno per l’economia tedesca che, stando a quanto riportato dall’Ufficio Federale Statistico, ha segnato appena +0,1% nel terzo trimestre dell’anno, dopo una contrazione -0,1% del secondo trimestre (rivisto lievemente al rialzo da -0,2% inizialmente reso noto). Confermati i numeri preliminari pubblicati lo scorso 14 novembre.
Su base annua, la crescita è stata +1,2%. Il dato relativo al pil è stato sostenuto dai consumi dei privati, +0,7% su base trimestrale, mentre le spese del governo sono salite, sempre su base trimestrale, dello 0,6%. Esportazioni in rialzo, +1,9%.
Sebbene la Germania abbia evitato la recessione per un soffio, il membro del Consiglio direttivo della Bce, Jens Weidmann – e anche numero uno della Bundesbank – ha ribadito la necessità , da parte dei governi, di avviare riforme strutturali, sottolineando che gli interventi di politica monetaria espansiva della Bce “possono influenzare la domanda nel breve periodo”, ma “non possono migliorare in modo permamente le prospettive di crescita”.
Weidmann ha precisato poi che la Bce potrebbe dover fronteggiare alcune limitazioni legali, nel caso in cui si ostinasse ad andare avanti con misure aggiuntive anti-deflazione.
Per il noto falco dell’Eurotower, l’attenzione deve essere più sulla crescita che non sull’acquisto di asset.
“Invece di focalizzarsi sul programma di acquisto, dovremmo concentrarci sul modo di tornare alla crescita”, ha detto, parlando a Madrid. Lanciato un avvertimento sul fatto che l’adozione di misure straordinarie potrebbe anche non riuscire a risolvere il problema della bassa inflazione.
“Ovviamente ci sono altre misure, che sono più difficili, visto che non sono state testate, e sono meno chiare..e ovviamente vanno a scontrarsi con i limiti legali che stabiliscono ciò che si può fare”.
(Lna)