ROMA (WSI) – Anche nell’austera Germania, dove l’incubo recessione è solo abbozzato, l’euro non è più il benvenuto. Nei Land tedeschi la fronda anti-euro si sta organizzando. Secondo i sondaggi d’opinione, il movimento battezzato Piraten sarebbe in forte ascesa.
Stanchi di dover sovvenzionare i salvataggi dei Paesi del Sud Europa, i tedeschi sono tornati a cavalcare il loro proverbiale nazionalismo, che adesso non soffoca più le voci dei palazzi di Bruxelles che li indicano come i prossimi euroscettici. Tempo qualche mese, esattamente a settembre, usciranno allo scoperto.
In occasione delle elezioni federali in programma quest’autunno un tedesco su quattro, pari al 26% degli elettori, sarebbe pronto a dare il suo voto a favore di un partito che promette l’uscita dall’euro, ha anticipato un sondaggio condotto TNS-Emnid per conto della rivista Focus.
Ma è una percentuale che sale al 40% fra gli elettori compresi nella fascia di età tra i 40 anni e i 49 anni. Per i tedeschi sono troppi i costi della crisi della zona euro. “E’ un risultato che suggerisce il potenziale di una nuova sorpresa anche a questa latitudine”, ha commentato il direttore di TNS-Emnid, Klaus Peter Schoeppner.
L’indagine ha saggiato le opinioni di un campione rappresentativo di 1.007 persone fra il 6 e il 7 marzo. Se queste rilevazioni diventeranno realtà significa che i Pirati teutonici avranno superato i Verdi, consolidandosi come terzo partito, o quarto in Germania, dato che la Cdu della Cancelliera Angela Merkel e la Csu, i cristiano sociali che si presentano solo in Baviera, sono due partiti diversi sebbene fratelli. I Piraten, entrati a sorpresa già nel senato di Berlino, con quasi il 9%, se nulla cambierà, potrebbero quindi diventare i nuovi “grillini” d’Europa.
Anche il quotidiano Der Spiegel ha segnalato recentemente che si è affacciato sulla scena politica anche un secondo partito anti-euro tedesco, “L’Alternativa per la Germania” che appoggerà la dissoluzione dell’euro a favore delle monete nazionali o di unioni monetarie più piccole.
“La Repubblica federale tedesca sta vivendo la crisi più profonda della sua storia. L’introduzione dell’euro è stato un errore fatale che minaccia la nostra prosperità. I vecchi partiti sono ormai morti, consumati. Peccato si rifiutino di ammettere il loro errore e di correggerlo”, ha tuonato il fondatore del partito, Bernd Lucke, che avrebbe raccolto 2.000 firme in ogni regione tedesca per partecipare alle elezioni federali di settembre.