NEW YORK (WSI) – Si fanno sempre piu’ tese le relazioni tra Berlino e la Commissione Europea in materia di bilanci. A tal punto che, secondo voci ricorrenti, la Bundesbank e il ministero delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, parlerebbero ormai apertamente dell’esigenza di togliere il ruolo di guardiano del Fiscal compact all esecutivo di Jean-Claude Juncker e affidarlo a un nuovo organismo.
In tal modo, la vigilanza sui conti verrebbe sottratta ai negoziati e alle pressioni dei governi e affidata a un’ autorità tecnica. Toccherebbe poi ai ministri finanziari nell’ Eurogruppo confermare o meno i giudizi proposti dal nuovo organismo.
E’ quanto si legge scrive oggi in un articolo di Federico Fubini sul Corriere della Sera, che mette in evidenza:
“Il messaggio per Juncker è dunque chiaro: se permetterà che certi Paesi ignorino le norme di bilancio, da Berlino si premerà per sottrargli poteri e rilevanza. La prima conseguenza è che i margini per un mercato politico dei favori fra Bruxelles, Roma e qualunque altra capitale sono sempre più stretti.
C’ è però anche l’ altro problema: né Berlino né Francoforte (sponda Bundesbank) credono più nell’ efficacia del «Fiscal compact». I principali governi lo disattendono. La Francia sta entrando nel club dei Paesi con un debito pubblico attorno al 100% del Prodotto interno lordo; l’ Italia, quantomeno, non fa tutto ciò che potrebbe per farlo scendere”.
In quest’ottica, secondo Fubini, va letta la proposta del presidente della Bundesbank Jens Weidmann di creare:
“obbligazioni subordinate anche per gli Stati, soggette all’ azzeramento o a una sforbiciata sul valore a danno degli investitori. Berlino propone di applicare ai governi indebitati regole simili a quelle già in vigore per le banche.
In caso di nuove tensioni sul debito e ricorso al fondo salva-Stati (Esm), per esempio, un governo smetterebbe di rimborsare i creditori e di versare gli interessi sui propri titoli di Stato per la durata del programma. Come per le banche, l’ obiettivo della Germania è far pagare ai creditori almeno parte delle crisi di debito e ridurre così il peso finanziario dei salvataggi” conclude l’articolo.