NEW YORK (WSI) – “Io credo che i mercati azionari saranno devastati”. Non ha dubbi Crispin Odey, rinomato gestore dell’hedge fund Odey Asset Management, che nella sua ultima lettera agli investitori espone una chiara strategia per continuare a guadagnare.
La strategia ha un nome ben preciso: short.
Dopo essere stato un fervente rialzista in tutti gli anni in cui la Federal Reserve ha inondato i mercati di liquidità, Odey ha cambiato facilmente pelle, diventando un ribassista.
Il gestore teme di fatto che le principali economie del mondo stiano entrando in una recessione che “sarà ricordata per un centinaio di anni”, e ha aggiunto che proprio per questo esiste una “opportunità ribassista” di shortare le azioni, che appare promettente come negli anni compresi tra il 2007 e il 2009.
Le motivazioni del suo pessimismo, espresso a partire dal secondo trimestre del 2014, sono le seguenti.
1) Un’economia cinese in rallentamento, che vedrà la crescita rallentare fino al 3%.
2) Un “hard landing” – ovvero atterraggio duro – per quelle economie che dipendono dalla crescita della Cina, specialmente Australia, Sud Africa e Brasile.
3) Il calo dei prezzi delle commodities, che provocherà danni a quelle economie pesantemente esposte. Per il petrolio, si parla di Medio Oriente, di Venezuela, di Argentina, del mid-west Usa, del Canada, della Norvegia e della Scozia”.
Secondo Odey, altri fattori che avallano il suo pessimismo sono i seguenti.
1) I settori legati alle commodities appaiono pericolosi e non appetibili.
2) Le multinazionali appaiono eccessivamente esposte verso i mercati emergenti.
3) Le società di gestione di fondi sono eccessivamente esposte verso gli asset sbagliati, soprattutto quelli dei mercati emergenti.
4) La volatilità sta aumentando. Non ogni operazione di trading funzionerà.
“Il punto è che abbiamo utilizzato tutti i vari strumenti di politica monetaria per evitare la crisi del 2007-09, dunque ci troviamo in un momento pericoloso nel contrastare le conseguenze di una Cina che rallenta, del calo delle commodities e della crisi degli emergenti. Questo è il nocciolo della questione. Se l’attività economica non riuscirà a ripartire, ma cadrà di nuovo, allora ci sarà una fase di default dei debiti”.
Massimo scetticismo verso il QE di Mario Draghi. Anche perchè acquistare bond governativi che rendono l’1,2% non cambia le cose per i paesi debitori europei. “In più, è quasi impossibile con tassi di interesse a breve negativi dello 0,2%: perchè mai si sentirebbe la necessità di acquistare un bond governativo, con un rendimento di appena lo 0,4%, per avere un rendimento negativo dello 0,2%?”.
Insomma, “sembra che le misure di Draghi deluderanno i mercati”. (Lna)