Uno dei gestori più ottimisti di Wall Street è pessimista sul mercato azionario americano, per cui prevede una contrazione anche a doppia cifra dei listini Usa. Jeffrey Saut di Raymond James ha individuato un paio di segnali di allarme che potrebbero portare a un ribasso dei prezzi di Borsa del 5-10% proprio prima delle festività di fine anno.
Un fenomeno di cui nessuno parla e che cita invece Saut in un’intervista concessa ieri alla CNBC è legato al fatto che lo scorso 7 novembre il rally innescato dalla convinzione che Donald Trump avrebbe varato misure pro crescita e pro aziende, innescando un incremento dei prezzi al consumo – il cosiddetto “reflation trade” – ha compiuto un anno esatto.
È possibile che la fase ribassista apertasi in Borsa questa settimana sia già iniziata, con l’indice S&P 500 e Dow Jones che dopo aver inanellato una cinquantina di record quest’anno sono in flessione di più dell’1% dai massimi di tutti i tempi, un livello che sembra ancora più lontano se si prende in considerazione l’altro aspetto che preoccupa Saut: il “modello a durata intermedia”.
Si tratta di un paniere di indicatori macro e di mercato creato dallo stesso gestore, che comprende elementi come i livelli di volatilità e il cui obiettivo è segnalare quando è giunto il momento di vendere. In estate lo strategist della società di gestione americana aveva avvertito che una fase di ripiegamento era imminente per la Borsa Usa perché il modello aveva mandato un segnale negativo il 3 agosto. L’S&P 500 ha però guadagnato quasi il 4% da allora.
Nonostante la sua previsione non si sia avverata, Saut continua a essere convinto che una forte contrazione dei prezzi di Borsa debba ancora verificarsi e che il momento sia arrivato: “il 29% dei titoli quotati sull’S&P 500 sono in ribasso da inizio anno – ha sottolineato lo strategist. “Sul breve termine è meglio essere cauti” e prepararsi a una serie di perdite in Borsa tra novembre e dicembre.