Imprese del Sud sempre più dinamiche. Rallentano invece quelle del Nord Est, galleggiano quelle del Nord Ovest e il Centro. Lo rileva Unimprese che ha fotografato lo stato di salute della congiuntura economica del Paese attraverso i dati relativi all’Iva denunciata nella fatturazione elettronica. Complessivamente, il dato nazionale ha chiuso in rosso del 2,1%.
Le regioni che hanno corso di più
Entrando nel dettaglio della ricerca, sul totale di 20 regioni, le cinque regioni da bollino rosso (da sole rappresentano circa il 41% del prodotto interno lordo) sono: Friuli Venezia Giulia (-1%), Trentino Alto Adige (-1%) e Lombardia (-4%) oltre a Lazio e Liguria che con un risultato economico negativo superiore all’8% sono nettamente le peggiori aree economiche del Paese.
Mentre tra le 15 con segno positivo (pari al 60% del pil), i primi otto posti sono per la quasi totalità appannaggio del Mezzogiorno: Molise (+14%), Sicilia (+12%), Campania (+7%), Calabria (+6%), Puglia (+4%) e Basilicata (3%). Valle d’Aosta e Piemonte tengono alta la bandiera settentrionale con aumenti rispettivamente del 10% e del 6%.
Il resto della classifica è il seguente: Umbria (+3%), Sardegna (+3%), Emilia Romagna (+2%), Abruzzo (+2%), Marche (+1%) e Toscana (+0,5%), mentre il Veneto, con una variazione positiva dello 0,1%, si salva per un soffio dalla zona retrocessione.
“I dati sfatano alcuni miti, a cominciare dallo storytelling della locomotiva del Nord Est imprenditoriale, e confermano quanto noi di Unimpresa sosteniamo da anni ovvero che i territori meridionali sono un valore aggiunto, sono essenziali per l’economia italiana. Da questo punto di vista i quasi 200 miliardi di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza saranno cruciali, proprio in termini di coesione tra le varie realtà italiane”, ha commentato il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.
Quanto pensano le economie regionali in termini di PIL
Le 15 regioni che hanno chiuso in positivo corrispondono al 59% circa del pil del Paese. Da sole, invece, le cinque regioni in rosso garantiscono il restante 41% dello stesso prodotto interno lordo. In generale, il Nord Ovest rappresenta il 33,3% del pil, il Nord Est il 23,3%, il Centro il 21,2%, il Sud il 15,2% e le Isole il 6,9%.
Il Molise, che figura al primo posto nel ranking fiscale, apporta solo lo 0,4% all’economia nazionale, la Sicilia il 5%, la Valle d’Aosta lo 0,3%. Giù dal podio, e sempre in ordine di graduatoria, la Campania vale il 6,1% del pil, il Piemonte il 7,5%, la Calabria l’1,8%, la Puglia il 4,3%, la Basilicata lo 0,8%, l’Umbria l’1,4%, la Sardegna l’1,9%, l’Emilia Romagna il 9,1%, l’Abruzzo l’1,8%, le Marche il 2,4%, la Toscana il 6,6%, il Veneto il 9,3%, il Friuli Venezia Giulia il 2,2%, il Trentino Alto Adige il 2,2%, la Lombardia il 22,8%, il Lazio il 10,9%, la Liguria il 2,8%.