ROMA (WSI) – La Bank of Japan si è già stufata della ricetta dei tassi negativi? Viene da pensare a questo, dopo la pubblicazione del comunicato della banca centrale del Giappone, da cui è stata stralciata la frase in cui l’istituto affermava che si sarebbe impegnato a tagliare ulteriormente i tassi in territorio negativo, in caso di necessità. Questo, nonostante l’outlook sull’economia giapponese sia emerso ancora più fosco.
L’istituto ha affermato infatti che la ripresa delle esportazioni ha frenato il passo, e che le aspettative sull’inflazione futura si sono “recentemente indebolite”. Ancora: “E’ necessario prestare attenzione al rischio che un miglioramento della fiducia delle aziende giapponesi e che la conversione del contesto deflazionistico possano essere rimandati e che il trend sottostante dell’inflazione possa essere negativamente colpito”.
La delusione sui mercati è stata immediata. La Borsa di Tokyo ha chiuso in ribasso, con l’indice Nikkei 225 che ha perso -0,68%, mentre il nulla di fatto della Bank of Japan ha sostenuto gli acquisti sullo yen.
Il governatore Haruhiko Kuroda e gli altri membri della Commissione hanno deciso di lasciare invariato il target di aumento della base monetaria, così come il tasso di riferimento, a -0,1%.
Così ha commentato in un’intervista rilasciata a Bloomberg Kyohei Morita, economista presso Barclays:
“Si può notare dal comunicato l’agonia della Bank of Japan, stretta tra le sue speranze e la realtà dell’economia e dei prezzi. L’inflazione del Giappone si trova a livelli tali che anche la Bank of Japan deve ammettere la propria debolezza. (L’istituto) rimane orientato ad adottare misure aggiuntive di stimoli, che io ritengo saranno lanciati a luglio”. Ma evidentemente, tra queste misure, non sono contemplati ulteriori tagli dei tassi in territorio ancora più negativo.
Tra l’altro un membro del board della Bank of Japan, Kuichi, ha affermato che la presenza di tassi negativi mette in pericolo il funzionamento dei mercati finanziari.
La volontà di agire della banca rimane intatta. Nel comunicato si legge infatti che, se necessario, la Bank of Japan aumenterà la quantità degli acquisti di asset, taglierà i tassi di interesse, al fine di permettere che l’inflazione raggiunga il target del 2%.
Di certo, l’introduzione dei tassi negativi finora non ha dato i risultati sperati: non si è tradotta in un deprezzamento dello yen, anzi la valuta è salita, dal momento che le prospettive più pessimistiche dell’economia globale hanno alimentato gli acquisti sulla moneta, considerata un asset rifugio. E gli effetti sono stati sconfortanti anche sul fronte sociale, dal momento che, scontando una redditività delle aziende inferiore alle attese, i sindacati del Giappone hanno addirittura rinunciato a chiedere un aumento dei salari.