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Giallo sulla morte di Massimo Bochicchio, il broker che aveva truffato i vip

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Resta avvolta nel mistero la morte di Massimo Bochicchio, il “broker dei vip”, avvenuta domenica 19 giugno a Roma, in seguito ad un incidente in circostanze misteriose. Secondo una prima ricostruzione, il 56enne, che ieri era atteso in aula per un’udienza del suo processo, avrebbe perso il controllo della moto finendo contro un muro e l’impatto avrebbe causato un’esplosione. Ma dopo aver sentito alcuni testimoni, il dubbio degli inquirenti è che la dinamica sia andata in modo opposto: la moto, dopo essere esplosa, potrebbe essere finita contro un muro. 

Al momento gli inquirenti propendono per un decesso legato a un malore ma risposte in tal senso si avranno dall’autopsia. Se necessario, sarà svolto anche il test del Dna, alla luce del fatto che il corpo è completamente carbonizzato.

Gli uomini del Nucleo speciale della polizia valutaria della Guardia di Finanza hanno, intanto, acquisito il tablet, cellulare, pc e documenti, tra cui una agenda, del broker. Obiettivo di chi indaga è verificare le comunicazioni, i contatti, che il manager ha avuto nelle ore e nei giorni precedenti alla tragica fine. 

Bochicchio, agli arresti domiciliari dallo scorso novembre, aveva ottenuto un’autorizzazione da parte del giudice per poter effettuare visite e controlli medici, frequenti e indispensabili per il diabete. Occorrerà capire se fosse autorizzato a percorrere quella strada in cui, intorno alle 11:30, è avvenuto il sinistro.

Chi era Massimo Bochicchio

Massimo Bochicchio era finito al centro di una vicenda giudiziaria in quanto accusato di abusiva attività  finanziaria e riciclaggio internazionale per aver raccolto senza alcuna autorizzazione circa 500 milioni di euro dal 2011.

Fra le vittime del broker, cui sarebbero stati promessi ritorni del 10%, rientrano l’allenatore di calcio Antonio Conte (che gli avrebbe affidati oltre 30 milioni di euro) il fratello Daniele Conte, l’ex ct della nazionale Marcello Lippi, i calciatori Patrice Evra e Stephan El Shaarawi, l’ambasciatore italiano a Londra Raffaele Trombetta e l’architetto Achille Salvagni.

Negli anni, Bochicchio – latitante tra Hong Kong e Singapore prima di essere espulso da Giacarta, in Indonesia, e fatto rientrare in Italia il 17 luglio 2021 sotto la stretta dell’Interpol – avrebbe raccolto “cospicui capitali” attraverso le società Kidman Asset Management e Tiber Capital che guidava da Londra.

Intercettato, affermava di aver movimentato addirittura “1 miliardo e 800 milioni” di euro.  Soldi che avrebbe dirottato in investimenti tra “Singapore, Hong Kong ed Emirati Arabi Uniti, promettendo alti rendimenti”. E cercando di “occultare o ostacolare l’identificazione degli effettivi beneficiari delle somme”, investite con strumenti ad “alto rischio”. Gli sono stati sequestrati beni per 70 milioni di euro, anche la casa a Cortina, ma nessuna delle 34 persone che lo hanno denunciato ha ancora rivisto un quattrino.