TOKYO (WSI) – Dopo l’avvertimento di Moody’s, ora il Giappone rischia il declassamento da parte di un’altra agenzia di rating. Standard & Poor’s dubita che il premier Shinzo Abe riuscirà a risanare i conti e mettere a posto le disastrate finanze della terza economia al mondo.
Ieri Moody’s ha criticato aspramente le politiche economiche del governo, a due settimane da un appuntamento elettorale molto importante per il Giappone.
La decisione di Abe di rimandare l’aumento dell’Iva di 18 mesi potrebbe aiutare l’economia, la terza al mondo, sul breve termine, ma non ci sono garanzie che le tasse saliranno, perché la dinamica politica potrebbe cambiare nel giro di due settimane.
Ossia dopo le elezioni anticipate di metà dicembre. A dirlo è Takahira Ogawa, direttore dei rating sovrani presso S&P, in un colloquio con Reuters.
Le riserve sul Giappione e sulla stabilità fiscale arrivano in un momento poco propizio per il governo Abe, che ha indetto elezioni anticipate per il 14 dicembre, precisando che il giudizio espresso dai cittadini alle urne sarà una sorta di voto di fiducia sulle sue politiche economiche.
Inizialmente le politiche che vanno sotto il nome di Abeconomics sembravano funzionare e l’economia con il maggior fardello del debito al mondo pareva aver migliorato le prospettive di crescita.
“Potrei sbagliarmi, ma a giudicare dalla storia del paese non sono ottimista, non sono sicuro che otteremmo un piano fiscale dettagliato”, ha osservato Ogawa.
“Inoltre se il governo non riesce a implementare il piano, allora non ha più senso”.
S&P ha un rating di AA-, ossia tre gradini sotto il giudizio più alto di tripla A.
La raccomandazione di S&P è accompagnata da un outlook negativo, il che significa che un declassamento è possibile e persino preventivabile nel caso specifico, visti i commenti degli analisti.
Moody’s ha rivisto al ribasso il rating giapponese da A1 ad Aa3, citando le incertezze circa il raggiungimento dell’obiettivo di riduzione del deficit.
Fonte: Reuters
(DaC)