LEGNANO (WSI) – Questa notte abbiamo assistito a dei buoni aumenti di volatilità arrivati dal Giappone che mostrano come yen e borse asiatiche siano correlati, ma che non chiarificano nulla dal punto di vista operativo. Su questo fronte infatti, i livelli tecnici di maggiore attenzione non risultano ancora violati e le volatilità implicite, news e rumor a parte, rimangono basse.
Kyodo News market mover
Senza citare la fonte delle dichiarazioni riportate è stato affermato che il governo giapponese è pronto a studiare prontamente un piano di stimolo che prevede dei tagli sulle tasse pagate dalle aziende. Tanto è bastato per far recuperare di 300 punti l’indice Nikkei alla cui salita è corrisposto un buon flusso di vendita di yen, valuta utilizzata per finanziare gli acquisti di rischio.
Prima del rumor l’indice stava puntando ad effettuare rotture ribassiste, con lo yen in lieve rafforzamento, rotture che, se avvenute, avrebbero potuto portare a buone rivalutazioni della divisa nipponica. La reazione degli investitori parla chiaro: dateci buone notizie sul piano dell’interventismo del tandem governo – Bank of Japan e noi siamo pronti a crederci. Questo dimostra come, dal punto di vista del medio periodo, esistano ancora reali possibilità di assistere a svalutazioni dello yen, in ottica dell’uscita dallo stallo deflazionistico in atto da anni.
Siamo dunque ad una svolta operativa?
Purtroppo non ce le sentiamo di poter affermare una cosa del genere e le motivazioni stanno nei prezzi. Mancanza di correlazioni sfruttabili da noi europei, prezzi e price action delle materie prime che si commentano da soli (basti guardare come si è comportato il petrolio stanotte) e mancanza di market mover degni di questo nome rendono l’interpretazione di queste giornate molto difficile, ma non possiamo non comprendere come, dopo tanta attesa e nervosismo per il tanto auspicato tapering del QE USA, un po’ di pausa sia servita.
Mettiamoci nell’ottica che più passa il tempo più si alzano le probabilità di assistere a partenze direzionali dei prezzi (riferendoci a time frame che vanno dall’intraday a 4 ore, quindi su orizzonti operativi che possono andare dalla giornata alla settimana), cerchiamo quindi di individuare quali possano essere i livelli tecnici in grado di catalizzare buoni flussi di ordini che, se colpiti, farebbero innalzare i livelli di volatilità che attualmente si trovano sotto al 15% su tutte le major.
Appuntamenti per oggi
A parte il prodotto interno lordo inglese, in pubblicazione alle ore 10.30 ed atteso in linea con il precedente 1.5% non abbiamo grosse segnalazioni da fare in quanto tutti i dati che verranno rilasciati nel pomeriggio sul fronte americano non ricoprono grande importanza. L’unico neo all’interno di questa latitanza di segnalazioni economiche è rappresentato dalle richieste di sussidi di disoccupazione americana che, in caso di release inferiore alle 300.000 unità potrebbe incidere sull’andamento del dollaro in generale, portando a rafforzamenti del biglietto verde. Ora a cui puntare l’orologio 14.30.
QUADRO TECNICO
EurUsd: seguiamo con attenzione l’area di resistenza che comincia a 1.3540 e che si estende fino a 1.3570, livello raggiungibile in caso di superamento del primo. Qui sarà possibile valutare eventuali divergenze ribassiste orarie in grado di suggerire correzioni ed il mantenimento della fase laterale in atto (buon risk reward con stop e reverse sopra l’area di 1.3575 con target che possono estendersi fino a1.3620, con 1.3600 livello intermedio). L’area passante tra 1.3500 e 1.3515 racchiude dei punti precedenti ed entrambe le medie, dunque può essere considerato un buon supporto sul quale pensare ad acquisti di moneta unica, tenendo conto del fatto che un loro superamento a ribasso non andrà ad innescare forti discese fino a quando non si supererà l’area di 1.3460.
UsdJpy: molto difficile l’individuazione di livelli tecnici intraday interessanti, se non per la presenza di un buon punto, dato da massimi e minimi precedenti, posto a 99.20. In caso di approfondimento oltre il quarto di figura potrebbe essere possibile considerare accelerazioni verso 99.40 con potenziali estensioni fino a 60. Per valutare possibilità di vendita di dollari occorre considerare il comportamento dell’oscillatore stocastico sulle zone di resistenza (se stesse per uscire dall’ipercomprato fornirebbe dei buoni segnali, anche considerato il buon risk reward offerto) oppure attendere una rottura a ribasso dei supporti che individuiamo in 98.60.
EurJpy: continuando a muoverci all’interno del canale rialzista evidenziato ieri troviamo un buon livello a 134.00, da valutare su un grafico a 4 ore. In caso di suo superamento crediamo che possano esserci dei tentativi di approfondimenti rialzisti , da valutare operativamente una volta oltrepassato 134.30, con obiettivi stimabili sui massimi precedenti. La media a 100 a 4 oreha funzionato molto bene come supporto dinamico, questo il livello da seguire per pensare a risalite importanti dello yen.
GbpUsd: siamo sopra la media a 21 oraria in congestione tra 1.6065 e 1.6085. E’ possibile attendersi scenari di rottura a rialzo o a ribasso di quest’area per i trader di breve, con estensioni pari all’altezza della congestione. In caso di rottura rialzista sarà importante valutare l’area che passa tra 1.6100 e 1.6125, potenzialmente raggiungibile ed oltre la quale il cambio potrebbe puntare nuovamente ai messimi di 1.6160, mentre in caso di rottura ribassista sarebbe possibile valutare un appoggio sulle aree di supporto, sulle quali ipotizzare acquisti di pound dato il buon risk reward offerto dalla possibilità di operare con degli stop e reverse. Ci riferiamo all’area che passa tra 1.6040 e 1.6050, che se superata di una decina di punti potrebbe fornire spunti ribassisti (sotto 1.6025 è possibile estendere fino a figura).
AudUsd: ci stiamo avvicinando alla media a 100 oraria, corrispondente con la trendline ribassista che sta accompagnando la correzioni in atto sul dollaro australiano, se considerato nel medio periodo. Su quest’area abbiamo anche la presenza di punti di resistenza statici, dati da massimi precedenti, per cui è possibile valutare vendite di dollari australiani tenendo conto che, fino a quando non si supererà l’area di 0.9425, è possibile attendersi dei ridimensionamenti dei prezzi. Il fatto che il mercato non sia riuscito a formare nuovi minimi ci mostra una perdita di momentum, il che ci porta a considerare eventuali acquisti sopra le resistenze viste, con target che potrebbero estendersi fino a 0.9460.
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