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Giappone e trappola liquidità. Il QE che non finirà mai

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ROMA (WSI) – Giappone: verso un QE infinito. E’ quanto lasciano supporre le dichiarazioni rilasciate oggi da Haruhiko Kuroda, governatore della Bank of Japan (anche se lo yen si è apprezzato, temendo che il QE non verrà esteso, almeno nel breve termine)

Il nostro impegno è orientato ad aumentare le attese sull’inflazione e a liberarsi del trend deflazionistico del Giappone. Il nostro target sui prezzi è la chiave per porre fine alla deflazione.

In un’audizione al Parlamento del Giappone, Kuroda ha sottolineato che il piano di stimoli monetari della Bank of Japan ha contribuito in modo notevole a cambiare le aspettative sui prezzi di aziende e famiglie. Nel difendere il QE, il governatore ha sottolineato che il raggiungimento del target dovrebbe essere possibile nel marzo del 2016, complice lo smorzarsi degli effetti del crollo del petrolio-.

Per la banca centrale, il target dell’inflazione è del 2%.; Kuroda ha detto che il Giappone è a metà strada dal centrare l’obiettivo. Proprio oggi, il Financial Times  riporta però le dichiarazioni di Yukata Harada, membro del Consiglio direttivo della Bank of Japan. Dichiarazioni che sono decisamente più pessimistiche, sulle condizioni di salute dell’economia giapponese, rispetto a quelle del presidente.

Harada conferma che il suo outlook sull’economia e l’inflazione del Giappone sono “lievemente più deboli” rispetto a quello della banca centrale. E cita rischi esterni come: il rallentamento dei mercati emergenti, specialmente della Cina e uno “shock inatteso” che potrebbe presentarsi con il rialzo dei tassi da parte della Fed, o con il riaffacciarsi della crisi del debito in Europa.

Il funzionario non attribuisce neanche tanta importanza al bisogno di centrare il target di inflazione del 2% deciso dalla banca centrale. A suo avviso, infatti:

I prezzi non sono saliti come inizialmente atteso, ma credo che il QE verrenne interpretato come un grave fallimento, se i prezzi salissero senza essere accompagnati da una crescita dell’occupazione.

Insomma, Harada è critico sulla fretta di raggiungere il tasso di inflazione il prima possibile in quanto a suo avviso, fino a quando i salari e l’economia non cresceranno, fare di tutto per aumentare l’inflazione non è sicuramente una necessità. Da quando la Bank of Japan ha introdotto il suo maxi piano di stimoli monetari nell’aprile del 2013, i salari dei lavoratori full time sono saliti solo +1,2%, a fronte di un balzo del 3,8% dei lavoratori part time.

Allo stesso tempo, sottolinea che “non ci sono limiti” alle opzioni della Bank of Japan, che potrebbe dunque inondare il mercato di ulteriori ondate di liquidità, a dispetto di chi ritiene che i bond da acquistare possano iniziare a scarseggiare. Harada stesso ritiene che, dal momento che i consumi che gli investimenti sono ancora deboli e che esistono rischi esteni, in caso di minacce concrete la banca centrale dovrà lanciare nuovi stimoli.

Sulla possibilità di nuovi stimoli in arrivo:

 Se è vero che il ritardo (nella crescita dei prezzi) è dovuto al calo dei prezzi del petrolio, la Bank of Japan non ha alcuna necessità di agire

Ma allo stesso tempo ha detto che l’istituto è sempre pronto a intervenire.