Non c’è solo la guerra commerciale a preoccupare gli investitori: all’orizzonte potrebbe esserci la minaccia di una guerra valutaria. Norihiro Takahashi, presidente del Japanese Government Investment Fund, ha detto che i dazi su alluminio e acciaio approvati dal presidente Usa Donald Trump sono solo una “performance” per i suoi sostenitori e ha respinto le preoccupazioni di alcuni asset manager che gli Stati Uniti di Trump siano un posto meno attraente dove investire. Le affermazioni segnano un cambiamento di posizione rispetto a dicembre, quando il fondo pensionistico più grande del mondo ridimensionò la sua esposizione alle attività estere.
Secondo Bloomberg, i commenti di Takahashi potrebbero essere un’espressione velata di dispiacere del Giappone per uno yen più forte. La valuta giapponese è aumentata del 6,6% rispetto al dollaro quest’anno. Per un investitore in yen, i Treasury, in particolare, hanno un prezzo più ragionevole rispetto a dicembre.
Il governatore della Banca del Giappone Haruhiko Kuroda può negarlo, si legge su Bloomberg, ma la banca centrale giapponese avrebbe tutto l’interesse a cercare uno yen debole. I guadagni societari giapponesi sono soggetti ad alta ciclicità: le aziende nell’indice Topix ricavano più del 37% delle loro entrate dall’estero. Un rafforzamento dello yen può far precipitare gli stock, deprimendo i consumi e riportando l’economia indietro verso la deflazione.
“La Banca centrale potrebbe mantenere lo yen debole acquistando titoli di stato Usa come “un mezzo per fornire una corretta politica monetaria per il Giappone”, ha detto alla Reuters Koichi Hamada, consigliere economico del primo ministro Shinzo Abe. angry birds 2 hack