L’inflazione giapponese si è attenuata a novembre, sui minimi di luglio 2022, rispetto al mese scorso, ma è comunque rimasta al di sopra del target del 2% della Banca del Giappone (BoJ). L’indice dei prezzi al consumo del Giappone si è attestato al 2,8% su base annua a novembre, dopo un aumento del 3,3% a ottobre, superando lievemente il consenso degli economisti che si attendevano un’inflazione, anno su anno, del +2,6%. Questo dato rinforza la posizione della Bank of Japan, che continuerà “pazientemente” con la sua politica monetaria ultra-accomodante per sostenere l’economia del Paese e facilitare un contesto favorevole agli aumenti salariali, come confermato lo scorso martedì 19 dicembre.
E non esiterà ad adottare ulteriori misure di allentamento se necessario, secondo quanto è emerso dai verbali della riunione di ottobre, nonostante la progressiva perdita di valore dello yen sulle principali valute che rende più costose le importazioni.
La Banca Centrale rimane dunque concentrata sull’inflazione guidata dalla domanda interna per un’economia più sostenibile e stabile, tanto che il Paese del Sol Levante ha beneficiato dell’aumento dei prezzi al consumo, di uno yen debole che ha enormemente beneficiato gli esportatori negli ultimi anni e proprio della politica della BoJ di mantenere tassi di interesse negativi. Il Giappone ha infatti registrato una crescita del PIL del 4,8% nel secondo trimestre dell’anno, in gran parte grazie agli interventi di mercato e monetari della BoJ.