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Giappone: ricostruzione richiederà 5 anni, 0,5% taglio Pil. E Buffett dice…

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Roma – “I danni alle abitazioni e alle infrastrutture sono senza precedenti”. Con queste parole la Banca Mondiale sintetizza quanto successo in Giappone a causa del terremoto e dello tsunami che hanno devastato il paese lo scorso venerdì, 11 marzo, provocando la morte di più di 8.600 persone e un numero di dispersi superiore a 12.800 unità.

Secondo l’istituto, la tragedia probabilmente si tradurrà in una riduzione della crescita del Pil giapponese relativa al 2011 pari allo 0,5%, con l’impatto che si concentrerà soprattutto nel primo semestre dell’anno.

Secondo le stime, i danni potrebbero ammontare tra i $123 miliardi e i $235 miliardi, con gli assicuratori privati che sosterranno solo parte delle spese, circa $14 – $33 miliardi. “La maggior parte della spesa verrà sostenuta dai cittadini e dal governo”, dice la nota, indicando che l’intero processo di ripresa potrebbe richiedere 5 anni.

Nonostante ciò il guru di Omaha Warren Buffett è positivo sull’azionario del paese afferma che i recenti scivoloni del Nikkei hanno creato opportunità di acquisto. Buffett, secondo quanto riporta Bloomberg, non si libererà dunque dei titoli giapponesi presenti nel suo portafoglio.

“Sicuramente non venderei le azioni giapponesi per gli eventi che si sono verificati negli ultimi 10 giorni – ha detto, parlando ai giornalisti nella città sudocoreana Daegu – Un evento improvviso come questo crea davvero opportunità di acquisto”.

Tornando a quello che ha detto la Banca Mondiale, i settori più colpiti dovrebbero essere quelli dell’auto e dell’elettronica, non solo in Giappone, ma anche in altri mercati. La produzione di vetture in Thailandia potrebbe ridursi già dal prossimo mese, visto che il settore conta per gran parte dall’importazione di componenti dal Giappone. Il settore dell’elettronica in Corea del Sud ha già subito l’impatto, con i prezzi dei chips prodotti in Giappone (che conta per il 36% della produzione mondiale) in aumento del 20% la scorsa settimana.

Non è ancora chiaro come verranno colpiti gli investimenti esteri nel paese, ma sicuramente diminuiranno gli investimenti giapponesi all’estero, per supportare il processo di ricostruzione interno.

Nel mentre i movimenti della valuta dovrebbero creare una pressione negativa sui rendimenti dei bond. La scorsa settimana i rendimenti dei titoli di debito pubblico nipponici hanno raggiunto i minimi da 2 mesi dopo l’annuncio dell’acquisto da parte della banca centrale.