La Commissione europea sarebbe pronta a lanciare uno schema di “web tax” con aliquota tra l‘1 e il 5% del fatturato, da applicare a inserzionisti pubblicitari e piattaforme digitali ma non a media e a sistemi di gioco online.
È quanto rivela l’agenzia stampa Reuters che ha visionato una copia della proosta. Tra i principi guida del documento – sottolinea Reuters – ci sarebbe quella di tassare i giganti del web negli Stati membri dove la loro attività genera valore piuttosto che dove essi hanno sede legale. Mossa che riduce così l‘appeal Pei paesi che propongo tasse più basse.
Va ricordato che il documento è soggetto a modifiche prima della sua pubblicazione, attesa nella seconda metà di marzo.
Secondo lo schema messo a punto dall‘esecutivo comunitario – aggiunge l’agenzia stampa – il prelievo dovrebbe essere applicato alle società che abbiano ricavi superiori a 750 milioni di euro in tutto il mondo e con ricavi digitali nella Ue di almeno 10 milioni l‘anno.
Nel mirino della Commissione ci sarebbero aziende che vendono pubblicità online specifica per categorie d‘utenti, come Google, o spazi pubblicitari su Internet, come Facebook, Twitter o Instagram, tutti esempi citati dal documento. Ma anche “mercati digitali” come Amazon e giganti della cosiddetta “gig economy” Airbnb e Uber.
Restano invece esclusi invece media online, servizi streaming come Netflix, siti di giochi, servizi di cloud o IT.